La Polonia sovranista lancia un referendum sui migranti: ma il quesito è vergognoso
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La Polonia sovranista lancia un referendum sui migranti: ma il quesito è vergognoso

 Il partito al governo in Polonia vuole chiedere agli elettori in un referendum se siano favorevoli ad accettare «migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall'Africa»

La Polonia sovranista lancia un referendum sui migranti: ma il quesito è vergognoso
Mateusz Morawiecki e Giorgia Meloni
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13 Agosto 2023 - 22.50


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Un quesito scandaloso che ha già la risposta e che viene imposto con la classica arroganza sovranista, ossia chi governa può fare e disfare tutto. Un quesito da repubblica delle banane e non di un paese che sta nell’Unione europea. Tra l’altro un paese che ha voltato le spalle alla cara ex missina Giorgia Meloni, perché i sovranisti guardano solo all’egoismo nazionale e non al bene generale.

 Il partito al governo in Polonia vuole chiedere agli elettori in un referendum se siano favorevoli ad accettare «migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa» come parte di un piano di ricollocazione dell’Unione Europea: lo ha detto domenica il primo ministro Mateusz Morawiecki, mentre il suo partito conservatore cerca modi di assicurarsi la vittoria alle elezioni di ottobre. Lo scrive l’agenzia Pti.

Morawiecki ha annunciato il quesito referendario in un nuovo video pubblicato sui social media, indicando così che il suo partito Diritto e Giustizia intende battere sul tema migrazioni nella campagna elettorale generale, una tattica che lo ha portato al potere nel 2015. Il governo ha precedentemente detto di voler tenere il referendum insieme alle elezioni parlamentari previste per il 15 ottobre.

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Morawiecki ha spiegato che il quesito dirà: «Siete favorevoli all’ammissione di migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa nell’ambito del meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea?».

I ministri degli Interni dell’Unione Europea hanno faticosamente approvato a giugno un piano per ripartire la responsabilità dei migranti che entrano in Europa senza autorizzazione. L’accordo bilancia l’obbligo per i Paesi in cui arriva la maggior parte dei migranti di trattarli e alloggiarli con l’obbligo per gli altri membri di fornire un sostegno, sia finanziario che di accoglienza dei rifugiati. 

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