Gli Stati Uniti hanno da tempo preso in considerazione la possibilità di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina. Questa affermazione è stata fatta dal generale Mark Milley dell’esercito degli Stati Uniti, il quale ha sottolineato che le truppe russe stanno già utilizzando tali munizioni in Ucraina e che le forze ucraine le hanno già ricevute da altri alleati. Secondo Milley, le discussioni su questo tema sono ancora in corso e vengono attentamente valutate.
«Gli ucraini le hanno chieste, altri Paesi europei le hanno fornite, i russi le stanno usando», ha detto Milley, «C’è un processo decisionale in corso». Il generale ha poi respinto le preoccupazioni che la controffensiva dell’Ucraina stia andando troppo lentamente. Milley ha detto che pensava che la campagna iniziale sarebbe durata dalle sei alle dieci settimane. «Sarà molto difficile. Sarà molto lunga», ha affermato, «Nessuno dovrebbe farsi illusioni al riguardo».
Le bombe a grappolo sono armi che si aprono in aria, rilasciando submunizioni, o «proiettili», che si disperdono su una vasta area e sono destinate a distruggere più obiettivi contemporaneamente. Non è chiaro come gli alleati Nato considererebbero la fornitura di bombe a grappolo all’Ucraina da parte degli Stati Uniti e se la questione potrebbe risultare divisiva. Più di due terzi dei 30 Paesi dell’alleanza sono infatti firmatari di una convenzione del 2010 sulle munizioni a grappolo che ne vieta l’uso, la produzione o lo stoccaggio.
Gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina non sono firmatari del divieto sulle bombe a grappolo. Le decisioni sull’opportunità di fornire all’Ucraina munizioni a grappolo arrivano mentre alcuni funzionari statunitensi sono preoccupati per la lentezza della controffensiva, attesa da tempo.
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