Guerra d'Ucraina, i video dell'orrore e Putin che da Zar è diventato califfo di Mosca
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Guerra d'Ucraina, i video dell'orrore e Putin che da Zar è diventato califfo di Mosca

Il mondo si è giustamente indignato, inorridito, guardando i video dei nazi-islamisti dell’Isis che inneggiavano al jihad decapitando in diretta gli “infedeli” nelle loro mani. Ma ora i soldati di Putin...

Guerra d'Ucraina, i video dell'orrore e Putin che da Zar è diventato califfo di Mosca
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

12 Aprile 2023 - 18.03


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Non c’è realpolitik che tenga. Minacce nucleari di cui tenere conto. Il mondo, o almeno la sua gran parte, si è giustamente indignato, inorridito, guardando i video dei nazi-islamisti dell’Isis che inneggiavano al jihad decapitando in diretta gli “infedeli” nelle loro mani. Mani intrise di sangue. Quei criminali sono stati combattuti, giustamente, eliminati, giustamente.

Il terrorismo jihadista, targato al-Qaeda o Daesh – resterà nelle pagine di storia del Terzo millennio come uno dei capitoli più terrificanti per l’umanità. Ma il terrorismo di Stato non è meno grave di quello jihadista o di qualunque altra matrice pseudo ideologica o religiosa. Non è meno grave e altrettanto riprovevole, ripugnante. E coloro che ne sono stati gli artefici, esecutori e mandanti, devono essere considerati e perseguiti come i “califfi” di al-Qaeda o dello Stato islamico. Criminali di guerra. Punto. 

Da oggi, Globalist si riferirà a Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, non più come lo “zar” del Cremlino ma come il “califfo” di Mosca. 

Circola da ieri sera sui social network un video raccapricciante che mostra apparentemente un soldato russo che decapita un militare ucraino con un coltello. Non ci sono attualmente conferme indipendenti dell’autenticità del video. Si distingue inequivocabilmente un uomo in uniforme tagliare la testa di un altro uomo disteso: quest’ultimo indossa la fascia gialla al braccio che contraddistingue i combattenti di Kiev. Un secondo video sembra mostrare i cadaveri decapitati di due militari ucraini che giacciono accanto a un veicolo distrutto. Una voce dice: “Li hanno uccisi. Qualcuno è venuto e gli ha tagliato la testa”.

Il Cremlino, per ora, non ha confermato né smentito la veridicità del video: “Queste sono ovviamente immagini orribili”, ha detto ai giornalisti il ​​​​portavoce Dmitry Peskov. “Nel mondo di fake news in cui viviamo, dobbiamo indagare sull’autenticità di questi video”. Il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, nega ogni coinvolgimento: “Ho visto questo video”, ha commentato su Telegram, “è brutto quando le teste delle persone vengono tagliate, ma non ho visto da nessuna parte che questo stia accadendo vicino a Bakhmut e che membri della Wagner siano stati coinvolti nell’esecuzione”.

Di grande impatto è la ricostruzione di Jacopo Jacoboni per La Stampa:  «Lavoriamo, fratelli! Tagliategli la testa! Spezzategli la spina dorsale! Che c’è, non hai mai tagliato una c… di spina dorsale prima d’ora? Fino alla fine, c…!». Le immagini sono state filmate da quello che sembra essere un soldato russo, mentre un suo commilitone taglia la testa – in un lago di sangue – a quello che secondo i canali telegram che hanno postato la storia, si ritiene sia un prigioniero di guerra ucraino. La vittima, all’inizio della scena, urla, grida «fa maleeee!», supplica «non farlo». Poi ovviamente non parla più. Diciamo “sembra” perché l’autenticità del video non è stata ancora confermata indipendentemente.

Queste immagini segnano un altro passo nella discesa finale nell’orrore, e sicuramente rappresentano uno degli elementi che andranno portati a L’Aja, per capire con esattezza i responsabili e il contesto. Sono state pubblicate e diffuse nel canale Telegram da un propagandista estremista russo già tristemente noto, Vladislav Pozdnyakov. Il canale si chiama Muzhskoye gosudarstvo, “Uno stato di maschi”, è conosciuto per incitare alla violenza, in particolare contro le donne e la comunità LGBT+. Per capire il livello di violenza del personaggio, il canale è stato bannato persino da VKontakte, il social media più diffuso in Russia. Che non è già di per sé esattamente un giardino fiorito. Pozdnyakov ha anche aggiunto, di suo, un commento sarcastico, definendo il suo campo, quello russo, contrario alla brutalità contro i prigionieri di guerra ucraini.

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Non si conosce dove sia stato girato il filmato, che rappresenta la prima decapitazione filmata in diretta durante la guerra della Russia all’Ucraina. Né chi l’abbia passato al propagandista estremo. […] Nel filmato un uomo in uniforme militare con una fascia gialla (apparentemente ucraina) al braccio giace a terra, e su di lui si accanisce un uomo in mimetica con il volto coperto e una benda bianca intorno alla gamba. Il taglio della testa avviene con un coltellaccio.

Secondo il collettivo di giornalisti indipendenti russi The Insider, in sottofondo si sente il nome “Varyag” nelle conversazioni radio. Quando la testa viene separata dal corpo, l’uomo che filma il video dice «mettetela in un sacco. E mandatela al comandante». Alcuni canali telegram suggeriscono che il crimine sarebbe stato commesso nell’estate 2022. L’ex deputato della Verkhovna Rada Oleg Tsarev, uno dei politici separatisti filorussi in Ucraina (era eletto col 2Partito delle Regioni”), ha scritto che tagliare la testa a un prigioniero è un crimine, e riprenderlo con la telecamera è un’idiozia: «Non riesco nemmeno a trovare una definizione per coloro che mettono tutto questo in rete. Tutto ciò che so è che se non è punibile per legge, non ci sarà nessuno Stato». I canali telegram “Z”, anche quando non pubblicano il video, non lo condannano. Per esempio il canale “Zapiski veteran” (300mila iscritti) si rifiuta di condannare gli autori del video: «Ho visto il video. Non lo pubblicherò. Né condannerò coloro che l’hanno realizzato. Ma non lo approverò nemmeno. Prima di condannare, ricordate che loro hanno sparato ai nostri prigionieri alle gambe, hanno infilato loro un coltello negli occhi e hanno bollito la testa di un nostro soldato in un calderone. Sì, noi non siamo così. Ma la guerra lo è».

Le reazioni

La missione Onu per i diritti umani in Ucraina ha dichiarato di essere “inorridita” dai video e chiesto che “questi episodi siano adeguatamente indagati e che i responsabili ne rispondano”. 

 “Non abbiamo ulteriori informazioni sul video. ma se confermato questo è un nuovo brutale promemoria della disumanità dell’aggressione russa”, ha affermato la portavoce della Commissione europea, Nabila Massrali, durante un punto stampa. “Il video dimostra ancora una volta la completa noncuranza della Russia nei confronti delle leggi internazionali”, ha aggiunto Massrali, “sarebbe una grave violazione della convenzione di Ginevra, secondo la quale si deve garantire il trattamento in condizioni dignitose dei prigionieri di guerra. L’Unione europea chiederà conto di tutti gli autori e complici di crimini di guerra”.

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«Sono mortificato dall’atroce video che mostra l’uccisione di un prigioniero di guerra ucraino da parte di un soldato russo». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, commentando il video di presunte decapitazioni di soldati ucraini che circola sui social. «La responsabilità e la giustizia devono prevalere sul terrore e sull’impunità. L’UE farà tutto il possibile per garantirlo», si legge nel tweet, «l’UE continuerà a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario».

«C’è qualcosa che nessuno al mondo può ignorare: con quanta facilità queste bestie uccidono. Questi video rappresentano la Russia, così com’è. Questo non è un incidente. Questo non è un episodio. È già successo migliaia di volte. Tutti devono reagire. La sconfitta del terrore è necessaria», ha scritto il presidente dell’Ucraina Vlodomyr Zelensky sui social.
Uno dei video che circolano online mostra appunto cadaveri decapitati che giacciono a terra accanto a un veicolo militare distrutto. Si sente una voce esclamare, ridendo: «Li hanno uccisi. Qualcuno si è avvicinato a loro. Sono andati da loro e gli hanno tagliato testa». 

Secondo la Cnn le decapitazioni si sono verificate in due momenti diversi: una potrebbe essere avvenuta di recente, mentre l’altra, a giudicare dalla quantità di foglie presenti sul terreno, pare sia stata filmata in estate, forse a inizio autunno. 

La Cnn riferisce che il primo video, pubblicato su un social filorusso l’8 aprile, è stato presumibilmente filmato da mercenari russi del gruppo Wagneril gruppo paramilitare, attraverso la voce del fondatore Evgenij Prigozhin, ha subito smentito. La voce che si sente in sottofondo arriva distorta, forse per impedirne l’identificazione. Pare che ai soldati morti siano state tagliate anche le mani. Secondo quanto riferito sui social russi, il video è stato girato nei pressi di Bakhmut, nell’Ucraina orientale teatro di scontri violenti tra i due eserciti.
Il secondo video è stato invece pubblicato su Twitter. È sfuocato. Mostra un combattente russo che usa un coltello per tagliare la testa a un soldato ucraino. Una voce all’inizio del video suggerisce che la vittima potrebbe essere stata ancora viva al momento dell’esecuzione.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba ha scritto su Twitter: “Sta circolando online un orribile video delle truppe russe che decapitano un prigioniero di guerra ucraino. È assurdo che la Russia, che è peggio dell’Isis,presieda il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Mosca ha assunto la presidenza di turno questo mese, ndr). I terroristi russi devono essere espulsi dall’Ucraina e dalle Nazioni Unite ed essere ritenuti responsabili dei loro crimini”. I militanti dello Stato islamico in Iraq e Siria avevano diffuso molti video di decapitazioni di prigionieri quando controllavano aree di quei Paesi dal 2014 al 2017. Il ministro ha inoltre invitato la Corte penale internazionale a “indagare immediatamente su un’altra atrocità dell’esercito russo”. I servizi di sicurezza di Kiev hanno aperto un’inchiesta.

Il ministero degli Esteri ucraino ha chiesto alla procura della Corte penale internazionale di aprire un’indagine sul video in cui un soldato ucraino viene decapitato. «L’uccisione di un prigioniero di guerra ucraino mostrata in video è una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra e un crimine di guerra secondo il Codice penale ucraino e lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale. Secondo lo Statuto di Roma, tali azioni possono anche essere qualificate come crimini contro l’umanità», si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri ucraino. «Chiediamo all’Ufficio del procuratore della Corte penale internazionale di indagare immediatamente quest’altra atrocità dei militari russi nel contesto delle indagini per crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi da cittadini della Federazione russa nel territorio ucraino», continua il comunicato.

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Le autorità di Kiev esortano il pubblico a non condividere più i video di decapitazioni di soldati ucraini, assicurando che gli inquirenti sono già al lavoro per identificare le vittime e i responsabili. «Vi esortiamo a non condividere più questi video, così come altre immagini simili. Ora che tutti li hanno visti, tocca alla Corte Penale internazionale visionarli», ha scritto su Telegram la vice ministra della Difesa Hanna Maliar, dopo lo choc causato da due video circolati sui social, uno dei quali mostra la presunta decapitazione di un soldato e l’altro i corpi di due soldati a cui è stata tagliata la testa.

«Fin dal primo momento in cui è apparso il video di un’esecuzione di un soldato ucraino da parte di russi disumani, tutti i servizi ucraini competenti lo hanno studiato attentamente immagine per immagine per identificare i criminali di guerra», ha sottolineato Maliar. La vice ministra ha anche esortato il pubblico a non cercare di scoprire chi sia la vittima, assicurando che le autorità «fanno il possibile per identificare il deceduto».

Secondo l’organizzazione per i diritti umani di Kiev ’Civili in prigione’, i russi tengono prigionieri mille civili ucraini nei territori occupati dall’esercito del Cremlino o nella Federazione. Lo riferiscono i media del Paese. “Secondo il ministero della Reintegrazione ucraino, alla fine di febbraio erano detenuti 950 civili. La nostra lista contiene all’incirca lo stesso numero di persone. Non possiamo dire fino a che punto le liste coincidano, poiché le informazioni statali non sono accessibili”, ha dichiarato l’attivista per i diritti umani Tetiana Katrichenko. L’organizzazione precisa che sono stati identificati 948 civili catturati e tenuti prigionieri dai russi nei territori occupati o nella Federazione Russa. In totale, secondo gli attivisti per i diritti umani, sono già stati identificati circa 100 luoghi in cui sono detenuti illegalmente ucraini che nulla hanno a che fare con l’esercito. Nelle scorse settimane, il commissario parlamentare ucraino per i diritti umani Dmytro Lubinets ha dichiarato che 2.105 soldati ucraini sono già stati liberati dalla prigionia russa. E ha spiegato che il numero di militari ancora detenuti non può essere menzionato.

Le fosse comuni. Le stragi di civili. I bambini rapiti e deportati in Russia. Ora le decapitazioni. E al vertice della piramide dell’orrore e del terrorismo di stato c’è lui: Vladimir Putin, il “califfo di Mosca”.

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