Nel Pacifico, marinai ucraini salvano l'equipaggio di una barca russa: è la legge del mare
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Nel Pacifico, marinai ucraini salvano l'equipaggio di una barca russa: è la legge del mare

I marinai ucraini hanno salvato l'equipaggio di un trimarano russo, "Russian Ocean Way", che stava circumnavigando il mondo e andava alla deriva nel mare in tempesta. Non conta la guerra, conta solo la legge del mare

Nel Pacifico, marinai ucraini salvano l'equipaggio di una barca russa: è la legge del mare
L'equipaggio della nave ucraina
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21 Marzo 2023 - 16.25


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Le regole del mare valgono sempre, anche mentre infuria la guerra. La legge del mare impone che si stenda una mano a tutti, anche al tuo “nemico. Il racconto di “Siberia.Realtà” ci posta nell’Oceano Pacifico.

Qui i marinai ucraini hanno salvato l’equipaggio di un trimarano russo, “Russian Ocean Way”, che stava circumnavigando il mondo e andava alla deriva nel mare in tempesta.

La storia del salvataggio della barca è stata raccontata dalla pubblicazione russa. L’equipaggio russo era salpato nel luglio del 2021 da Kronstadt, da allora aveva percorso più di 13.13 miglia nautiche. Alla fine dello scorso febbraio, il trimarano ha lasciato il porto cileno di Talcahuano, a metà marzo la barca russa si è trovata al centro di una tempesta, dopo di che hanno scoperto una grave guasto al timone, impossibile ripararlo. E a questo punto che l’equipaggio lancia un segnale di soccorso, risponde la portarinfuse Sounion, una nave commerciale con equipaggio ucraino-filippino.

La ricerca del trimarano è durata cinque ore. Anche il trasbordo dei russi a bordo della nave portarinfuse ha richiesto diverse per le condizioni proibitive del mare. “Onde alte più di tre metri, per arrivare alla scala lasciata cadere dal ponte, era necessario attendere che il trimarano riuscisse a parsi di fianco alla nave. Si aveva solo qualche secondo per afferrare la scala e saltare su di essa”, ha ricostruito il capitano della nave russa, Stanislav Berezkin.

Salvato l’equipaggio, la nave portarinfuse, è riuscita ad agganciare anche la barca russa. Solo quando l’operazione poteva dirsi conclusa, l’equipaggio russo ha capito che era stato salvato da marinai ucraini. “Sentivo di essere in un posto dove non ci sono razze e nazionalità, dove sei aiutato indipendentemente dalla lingua che parli, dal colore della pelle e dal taglio degli occhi. In mare, siamo tutti alla stessa distanza da Dio, a distanza di un braccio, quello che ti salva”, ha detto ai giornalisti un componente dell’equipaggio russo.

Secondo lui, cerca di non discutere della guerra che la Russia ha iniziato contro l’Ucraina nelle conversazioni con l’equipaggio ucraino. Il capitano di Sounion ha detto che era originario di Mariupol, ma dopo l’inizio di una guerra su vasta scala, quando l’esercito russo ha preso la città sotto assedio, è stato costretto a lasciare il bombardamento per Kiev.

“Non abbiamo chiesto a nessuno nient’altro. È un brutto argomento”, ha spiegato Berezkin. Il capitano Sounion ha chiesto ai giornalisti di non includere il loro nome nell’articolo.

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