La sconfitta dell’invasore passa per i Leopard. Non è propaganda. E’ la realtà sul campo. “Ogni giorno di ritardo sulla fornitura dei carri armati Leopard “vuol dire la morte per gli ucraini”. Mykhailo Podolyak ha espresso nei giorni scorsi esprime tutto il disappunto di Kiev per il mancato via libera agli agognati tank tedeschi, ritenuti necessari per dare una svolta alle sorti della guerra. “L’indecisione sta uccidendo sempre più’ persone”, ha tuonato il consigliere del presidente Zelensky, chiedendo all’Occidente – ovvero a Berlino ma anche agli Stati Uniti – di “pensare velocemente”.
Vi spiego perché i Leopard sono decisivi
La guerra è una cosa seria. Maledettamente, tragicamente seria. Per questo è buona cosa, sul piano informativo, dare la parola a coloro che di strategie militari ne sanno e molto. Globalist lo ha fatto e continuerà a farlo. In questo caso, riportande parte di un lungo, documentato, report di Daniele Angrisani per fanpage.it.
“Per prevenire sia una nuova potenziale offensiva russa, che per posizionare Kyiv in grado di respingere i russi fino ai confini precedenti l’invasione dello scorso anno, l’Ucraina ha assoluto bisogno di più armi pesanti ed in grande quantità – annota Angrisani -. Valery Zaluzhny, comandante in capo delle Forze Armate ucraine, ha dichiarato all’Economist a dicembre che solo per “tornare alle linee del 23 febbraio” – in poche parole, per riprendere il territorio che l’Ucraina deteneva prima dell’invasione russa – Kyiv avrebbe bisogno di almeno 300 carri armati, oltre a 600-700 veicoli da combattimento per la fanteria e 500 obici.
Per tornare alle linee del 2014 – cioè per riconquistare la Crimea e tutto il Donbass – ci vorrebbero presumibilmente ancora più carri armati e veicoli corazzati.
Questo compito diventerà ancora più difficile nei prossimi mesi, quando altri soldati mobilitati nell’esercito russo lo scorso autunno verranno schierati sul campo di battaglia, e questo senza tenere conto del fatto che alcuni analisti occidentali e l’intelligence ucraina ritengono che possa essere ordinata un’altra mobilitazione a breve.
In questo contesto, diversi Paesi occidentali hanno già promesso nuovi aiuti militari anche prima della riunione di venerdì a Ramstein. Ad esempio, la Finlandia ha annunciato un pacchetto di aiuti militari da 400 milioni di euro, il più consistente finora, che comprende artiglieria pesante e munizioni, mentre l’Estonia ha annunciato aiuti pari a circa l’1% del suo PIL.
Anche altri Paesi si sono mossi: la Gran Bretagna ha annunciato l’invio di 600 missili Brimstone, la Danimarca ha dichiarato che donerà 19 obici Caesar di fabbricazione francese e la Svezia ha promesso il suo sistema di artiglieria Archer.
Da parte sua, il Canada invierà 200 veicoli per il trasporto di personale, mentre Berlino ha offerto 40 veicoli da combattimento per la fanteria Marder e l’Italia si è impegnata a donare assieme alla Francia un sistema di difesa aerea avanzato SAMP/T.
Tutto questo succede dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato a loro volta un nuovo grande pacchetto di aiuti militari per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari, che comprende decine di veicoli da combattimento Bradley e Strykers, veicoli corazzati per il trasporto di personale, sistemi di difesa aerea e decine di migliaia di missili e proiettili d’artiglieria.
Da questa lunga lista però, manca ciò che più è atteso da Kyiv, vale a dire i carri armati pesanti.
Perché all’Ucraina servono i carri armati Occidentali
Dopo il fallimento della prima fase dell’invasione russa su larga scala lo scorso anno, è aumentato il numero di coloro che erroneamente avevano previsto la scomparsa del carro armato come arma fondamentale sul campo di battaglia. Di recente anche Elon Musk è stato duramente criticato per aver definito i carri armati come una trappola mortale per i propri equipaggi.
Da una parte, è sicuramente vero che di recente i carri armati sono diventati sempre più vulnerabili al fuoco di alta precisione e alle armi anticarro occidentali portatili come il Javelin o ai droni come il Bayraktar TB2. I carri armati russi T-72 e T-80 hanno avuto la peggio nella maggior parte delle battaglie in Ucraina.
Ma la verità è che i carri armati sono sempre stati vulnerabili, sin da quando sono stati inventati negli ultimi anni della Prima Guerra Mondiale, più di un secolo fa. Eppure, questo non ha impedito che diventassero fondamentali sul campo di battaglia, come ben ricordiamo durante la Seconda Guerra Mondiale.
E così come le armi progettate per distruggerli, anche gli stessi carri armati si sono continuamente evoluti, e quelli avanzati posseduti dai Paesi della NATO sono i candidati ideali per aiutare l’Ucraina a vincere.
Questo per una serie di motivi: anzitutto i carri armati occidentali sono stati progettati con l’obiettivo di sconfiggere i carri armati russi. Con corazze reattive, potenti cannoni principali e contromisure sempre più efficaci, tali carri armati sono stati costruiti per rimanere in battaglia e tenere il più al sicuro possibile i propri equipaggi.
L’Ucraina meridionale che dovrebbe essere obiettivo della prossima offensiva, in particolare, è un territorio pianeggiante e ideale per i carri armati. Ma è anche il luogo in cui la Russia ha costruito file di trincee e bunker fortificati proprio per poter fermare una eventuale avanzata ucraina.
In una ipotetica offensiva ucraina, dovrebbero perciò essere proprio i carri armati pesanti ad avanzare in prima linea insieme alle truppe protette da veicoli da combattimento di fanteria come il Bradley americano, il Mardar tedesco e persino il BMP-2 di fabbricazione russa, diverse unità del quale sono state catturate dagli ucraini nel corso delle loro offensive di successo nello scorso autunno.
Questa combinazione è micidiale per l’attacco, soprattutto se abbinata al fuoco a lungo raggio e al massiccio supporto aereo, in particolare da parte dei droni da combattimento.
Ma va detto che solo i carri armati pesanti hanno “la protezione, la mobilità e la potenza di fuoco per mantenere lo slancio anche una volta che entrano in contatto con forze nemiche in forze”, come ha dichiarato anche Nick Reynolds, esperto di guerra terrestre presso il think tank Rusi.
La questione, tuttavia, è quale numero e tipo di carri armati occidentali potrebbe dare a Kyiv la migliore possibilità di organizzare con successo la propria offensiva.
Che tipo di carri armati possono fornire gli Occidentali
Uno dei motivi per cui la fornitura di carri armati è stata sinora poco discussa, rispetto ad altri sistemi di armamenti, è che l’Ucraina ne aveva già una discreta quantità.
L’industria bellica nazionale ha infatti prodotto una versione aggiornata dei carri armati T-64 di epoca sovietica per sostituire quelli danneggiati durante l’invasione russa del 2014 e l’Ucraina è entrata in guerra a febbraio 2022 con circa 800 carri armati pesanti.
Ma gli ucraini, come i russi, hanno subito pesanti perdite in questa guerra. Secondo il gruppo di ricerca open source Oryx, gli ucraini hanno perso circa 450 carri armati, contando quelli distrutti, danneggiati, abbandonati o catturati (per fare un paragone i russi hanno perso 1.630 carri armati, ma partendo da una base di partenza molto più alta).
Ora però, come abbiamo visto, l’Ucraina ha bisogno di carri armati occidentali. I principali in circolazione sono i seguenti:
Il Leopard 2 tedesco
La Germania ha prodotto per la prima volta i Leopard durante la Guerra Fredda e ora ne sono in circolazione migliaia di unità. Secondo l’European Council on Foreign Relations, sono utilizzati da 13 eserciti europei e di Paesi NATO, vale a dire Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia.
Le varianti 2A4 e 2A5 rappresentano più della metà di questi Leopard. Sebbene non rappresentino le versioni più recenti del Leopard 2 e sia necessario un certo sforzo per riprogrammare le interfacce utente per gli equipaggi dei carri armati ucraini, sarebbero sicuramente la scelta più logica per una brigata di attacco ucraina a causa della loro ampia disponibilità.
Il Leopard 2 tedesco ha due vantaggi principali. Il primo è che si tratta di una tecnologia familiare agli ucraini, utilizzando un motore diesel a turbina. L’altro è che ce ne sono molti in circolazione.
Il Challenger 2 britannico
Il Challenger 2 pesa più di 65 tonnellate ed è stato costruito per la prima volta alla fine degli anni ’90 da BAE Systems e Land Armaments. Può trasportare fino a quattro persone, ha un cannone da 120 mm e può raggiungere una velocità di 37 miglia orarie su strada e di 25 miglia orarie in fuoristrada. L’esercito britannico ha utilizzato questo modello dal luglio 1994 in Bosnia ed Erzegovina, Kosovo e Iraq. Secondo il governo britannico, “non ha mai subito perdite per mano del nemico”. “Uno dei suoi punti di forza è la capacità di sconvolgere il nemico mettendolo sotto pressione con un’avanzata rapida e pienamente impegnata, facendolo cedere e arretrare”, si legge nella nota dell’esercito britannico.
L’M1 Abrams americano
L’M1 Abrams ha un motore particolarmente potente. Questo lo aiuta a muoversi sul campo di battaglia e a trasportare il suo potente cannone e la sua pesante armatura, probabilmente la migliore tra tutti i carri armati occidentali. Il vantaggio del motore a turbina è che è molto potente e molto reattivo, ma il prezzo da pagare è che consuma molto carburante. Questo significa che bisogna avere molti camion serbatoio a disposizione per accompagnarlo in battaglia. L’esercito americano ha integrato questo aspetto nella sua struttura logistica. Ma ovviamente tutto questo può rendere più complicata la logistica e la manutenzione del carro armato M1 Abrams da parte di altri eserciti.
Proprio per quanto appena detto, l’Amministrazione Biden ha più volte affermato che gli M1 Abrams di fabbricazione americana – per via delle loro peculiari esigenze di carburante specifico, manutenzione frequente e pezzi di ricambio, trasporto e addestramento – non sono adatti all’uso nell’Ucraina orientale, dove le linee di rifornimento potrebbero essere facilmente interrotte. Una portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha ribadito anche giovedì scorso ai giornalisti che “non ha senso” fornire all’Ucraina gli M1 Abrams “in questo momento”, perché utilizzano carburante per aerei e sono difficili da mantenere.
La Gran Bretagna, da parte sua, ha invece già fatto sapere che invierà in Ucraina uno squadrone di 14 carri armati Challenger 2. Si tratta di un inizio, ma è ben lungi dall’essere sufficiente e considerando che ve ne sono solo 227 in circolazione, la Gran Bretagna non può promettere granché altro di questo tipo.
Per portare ad una svolta nella guerra, a Kyiv non resta quindi che cercare di ottenere i Leopard 2 di produzione tedesca. Attualmente ve ne sono circa 2.000 in circolazione, oltre circa 300 in deposito. Berlino potrebbe inoltre donare anche un certo numero di vecchi carri armati Leopard 1, entrati in servizio per la prima volta nel 1965 ma attualmente in deposito. Sebbene alcuni non siano in condizioni di essere forniti, ce ne sono abbastanza per arrivare almeno ad un centinaio da consegnare all’Ucraina nel caso in cui venisse presa la decisione politica di farlo. Oltre la Germania, anche altri Paesi come la Polonia e la Finlandia, ad esempio, si sono già detti pronti ad inviare carri armati Leopard di fabbricazione tedesca.
Per ottenere questo risultato è però necessario l’assenso della Germania che finora non ha ancora voluto impegnarsi in questo senso. È vitale, perciò, per l’Ucraina convincere Berlino a fare questo passo. E visti gli ostacoli logistici e di addestramento che l’Ucraina deve affrontare prima di poter schierare carri armati così pesanti, i tempi sono critici. Finora la Germania è indecisa, il suo governo di coalizione è apparentemente diviso e i sondaggi indicano che anche l’opinione pubblica tedesca è fortemente divisa sulla questione. Sta di fatto che alla recente riunione di Ramstein non si è trovato alcun accordo su queste consegne e che nel frattempo le pressioni sulla Germania continuano ad aumentare.[…]”Il momento è adesso. L’Ucraina ha bisogno di più equipaggiamento militare. Sostengo fermamente la consegna di carri armati”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.
Le preoccupazioni maggiori riguardo alla fornitura di carri armati potrebbero essere di natura pratica. Data la velocità con cui sono stati sinora distrutti in Ucraina, Washington e Berlino devono tenere in considerazione la possibilità che i carri armati che vengano forniti per aiutare l’Ucraina andranno persi per sempre, con le conseguenti valutazioni di sicurezza nazionale.
E sebbene i carri armati moderni siano ancora armi formidabili sul campo di battaglia, come abbiamo visto è necessario un enorme sforzo logistico per mantenerli riforniti di carburante ed in funzione, il che significa che occorre anche predisporre un necessario sostegno logistico all’Ucraina in questo senso.
Dal punto di vista ucraino, queste però sono solo scuse che hanno già sentito in precedenti dibattiti su altre richieste di artiglieria e sistemi avanzati di difesa aerea. Secondo Kyiv, questo tipo di dibattiti fanno solo perdere tempo prezioso mentre si perdono sempre più vite umane.
Riferendosi specificamente alla Germania, il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha espresso la sua frustrazione in una recente intervista: “È sempre così: Prima dicono ‘no’, poi difendono ferocemente la loro decisione, per poi dire ‘sì’ alla fine”, ha detto. “Stiamo ancora cercando di capire perché il governo tedesco si stia comportando così”.
“Fate presto, il tempo non gioca a favore di Kyiv”
Per un’offensiva di successo nel sud, l’Ucraina dovrebbe addestrare i propri soldati all’uso, almeno basilare, di questi carri armati. Secondo gli esperti dell’IISS, i soldati ucraini potrebbero impiegare dalle tre alle sei settimane solo per raggiungere “una competenza di base” nell’uso dei Leopard 2 (lo stesso vale per i Challenger 2)..”.
Così l’analisi di Angrisani. Ecco perché la sconfitta russa passa per i Leopard.
Argomenti: guerra russo-ucraina