Guerra in Ucraina, sarà lunga. Ma un po’ di umanità non guasterebbe. Una tregua di Natale per l’Ucraina, come quelle della Prima Guerra Mondiale che videro i soldati delle diverse nazionalità saltar fuori dalle trincee e, invece di scannarsi, proclamare autonomamente che per quel giorno non ci si sarebbe ammazzati. E fu, in più di un caso, celebrata una partita di calcio.
Lo ricorda, sperando che il miracolo si ripeta, «Avvenire», il cui direttore Marco Tarquinio ricorda: «Gli uomini schierati per uccidersi misero da parte le armi e cantarono il Natale insieme sulle note di Stille Nacht e di Adeste fideles. Celebrarono insieme la nascita di Cristo. In qualche caso improvvisarono anche partite di calcio, disarmando lo scontro, ritualizzandolo giocosamente e rendendolo inoffensivo. Qualcosa di così nuovo e potente che i `signori della guerra´ corsero ai ripari, irrogando punizioni e trasferendo e riorganizzando i reparti militari protagonisti delle tregue spontanee».
«La cosa immensa di quegli eventi fu che nessuno li aveva programmati e nessuno li coordinava, ma avvennero, dentro un anelito e un respiro umano e cristiano che nei mesi e anni successivi quella guerra – come ogni guerra – avrebbe tentato di soffocare nei modi più orribili, e purtroppo con successo. Nel 1915 le tregue spontanee di Natale furono molte di meno o vennero rifiutate da una delle parti. E dal 1916 l’immane carneficina non conobbe soste».
«Le obiezioni alla guerra oggi come ieri vengono fatte a pezzi da chi ha tutte le ragioni del mondo per acconsentire al massacro e tutta l’arroganza necessaria per immaginarsi alla fine vincitore», prosegue Tarquinio, «Sogno, come tantissimi, il miracolo di una tregua di Natale, chiunque sia a deciderla e a incominciarla. Una tregua che fermi le stragi e le sopraffazioni in ogni parte del mondo, e a cominciare quest’anno da quelle che piagano il cuore orientale d’Europa, opponendo due popoli di tradizione cristiana come i russi e gli ucraini.
Anche le tregue possono essere contagiose. E riescono spesso a diventare i poveri semi di una pace da coltivare e custodire con umiltà, con pazienza e con visione». Tarquinio si dice d’accordo con la proposta di un lettore per una trasmissione simultanea su canali tv e circuiti cinematografici del «Joyeux Noel – Una verità dimenticata dalla storia», che proprio alle tregue di Natale è dedicato. «Sarebbe un altro piccolo-grande miracolo di Natale», spiega, «Se le tv di casa nostra e i circuiti cinematografici (pubblici e privati, cattolici e no) lo realizzassero, programmando in contemporanea il racconto di quella tregua di Natale del 1914, sarebbe davvero bello.
Oggi, infatti, «Joyeux Noel – Una verità dimenticata dalla storia» si può vedere solo via internet e a pagamento. Qualcuno ha il coraggio di rimettere mano a palinsesti e programmazioni? «Avvenire» è pronto a contribuire al lancio mediatico dell’iniziativa, e oso pensare che non saremmo del tutto soli».
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