Guerra in Ucraina, un appello per la tregua di Natale
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Guerra in Ucraina, un appello per la tregua di Natale

Una tregua di Natale per l'Ucraina, come quelle della Prima Guerra Mondiale che videro i soldati delle diverse nazionalità saltar fuori dalle trincee e, invece di scannarsi, proclamare autonomamente che per quel giorno non ci si sarebbe ammazzati

Guerra in Ucraina, un appello per la tregua di Natale
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11 Dicembre 2022 - 11.43


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Guerra in Ucraina, sarà lunga. Ma un po’ di umanità non guasterebbe. Una tregua di Natale per l’Ucraina, come quelle della Prima Guerra Mondiale che videro i soldati delle diverse nazionalità saltar fuori dalle trincee e, invece di scannarsi, proclamare autonomamente che per quel giorno non ci si sarebbe ammazzati. E fu, in più di un caso, celebrata una partita di calcio. 

Lo ricorda, sperando che il miracolo si ripeta, «Avvenire», il cui direttore Marco Tarquinio ricorda: «Gli uomini schierati per uccidersi misero da parte le armi e cantarono il Natale insieme sulle note di Stille Nacht e di Adeste fideles. Celebrarono insieme la nascita di Cristo. In qualche caso improvvisarono anche partite di calcio, disarmando lo scontro, ritualizzandolo giocosamente e rendendolo inoffensivo. Qualcosa di così nuovo e potente che i `signori della guerra´ corsero ai ripari, irrogando punizioni e trasferendo e riorganizzando i reparti militari protagonisti delle tregue spontanee».

«La cosa immensa di quegli eventi fu che nessuno li aveva programmati e nessuno li coordinava, ma avvennero, dentro un anelito e un respiro umano e cristiano che nei mesi e anni successivi quella guerra – come ogni guerra – avrebbe tentato di soffocare nei modi più orribili, e purtroppo con successo. Nel 1915 le tregue spontanee di Natale furono molte di meno o vennero rifiutate da una delle parti. E dal 1916 l’immane carneficina non conobbe soste».

 «Le obiezioni alla guerra oggi come ieri vengono fatte a pezzi da chi ha tutte le ragioni del mondo per acconsentire al massacro e tutta l’arroganza necessaria per immaginarsi alla fine vincitore», prosegue Tarquinio, «Sogno, come tantissimi, il miracolo di una tregua di Natale, chiunque sia a deciderla e a incominciarla. Una tregua che fermi le stragi e le sopraffazioni in ogni parte del mondo, e a cominciare quest’anno da quelle che piagano il cuore orientale d’Europa, opponendo due popoli di tradizione cristiana come i russi e gli ucraini. 

Anche le tregue possono essere contagiose. E riescono spesso a diventare i poveri semi di una pace da coltivare e custodire con umiltà, con pazienza e con visione». Tarquinio si dice d’accordo con la proposta di un lettore per una trasmissione simultanea su canali tv e circuiti cinematografici del «Joyeux Noel – Una verità dimenticata dalla storia», che proprio alle tregue di Natale è dedicato. «Sarebbe un altro piccolo-grande miracolo di Natale», spiega, «Se le tv di casa nostra e i circuiti cinematografici (pubblici e privati, cattolici e no) lo realizzassero, programmando in contemporanea il racconto di quella tregua di Natale del 1914, sarebbe davvero bello. 

Oggi, infatti, «Joyeux Noel – Una verità dimenticata dalla storia» si può vedere solo via internet e a pagamento. Qualcuno ha il coraggio di rimettere mano a palinsesti e programmazioni? «Avvenire» è pronto a contribuire al lancio mediatico dell’iniziativa, e oso pensare che non saremmo del tutto soli».

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