Russia-Occidente, a un passo dal baratro nucleare ma in Italia si gioca al toto ministri
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Russia-Occidente, a un passo dal baratro nucleare ma in Italia si gioca al toto ministri

Cosa significhi sul piano militare l’annessione “volontaria” delle regioni ucriane nella Federazione Russa è chiaro da tempo: ogni attacco contro quelle aree sarà considerato da Mosca un attacco al suo territorio e alla sua popolazione.

Russia-Occidente, a un passo dal baratro nucleare ma in Italia si gioca al toto ministri
La guerra in Ucraina
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

27 Settembre 2022 - 14.40


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Il dado è tratto. Mosca riconosce la validità dei referendum-farsa nelle aree russofone dell’Ucraina, ancora in mano alle forze armate di Putin, e si appresta a considerare quei territori parte integrante della Federazione Russa. Con tutto ciò che ne consegue sul piano militare.

Riconoscimento annunciato

Oltre il 50 per cento della popolazione dei quattro territori occupati dalla Russia in Ucraina ha votato e per questo i referendum per l’annessione sono ”validi”. Lo riferiscono i media russi riferendosi al voto che si è svolto dal 23 e si completerà oggi, mentre la comunità internazionale parla di “referendum farsa” e ritiene ”ampiamente falsi” i dati sull’affluenza. L’agenzia di stampa statale russa Tass ha affermato che lunedì 26 l’affluenza alle urne è stata dell’86,89% a Donetsk, dell’83,61% a Luhansk, del 63,58% a Kherson e del 66,43% a Zaporizhia.

Cosa significhi sul piano militare l’annessione “volontaria” delle regioni ucriane nella Federazione Russa è chiaro da tempo: ogni attacco contro quelle aree sarà considerato da Mosca un attacco al suo territorio e alla sua popolazione e ciò può comportare una reazione “difensiva” che non esclude l’impiego di armi atomiche. 

“In merito alla discussione sulla possibilità di utilizzo di armi nucleari da parte degli Stati Uniti e della Russia. La dottrina americana consente l’uso di armi nucleari in caso di minaccia agli interessi degli Stati Uniti, dei suoi alleati e partner. Quella  russa- solo in risposta a un attacco, quando sia minacciata l’esistenza stessa dello Sato”. E’ quanto precisa tramite i suoi canali social l’ambasciata russa a Roma.

Non è un bluff

“Se la Russia o i suoi alleati verranno attaccati utilizzando tali armi o se vi sarà una minaccia per l’esistenza della Russia”.”Questo non è un bluff”. La Russia ”ha il diritto di usare l’arma nucleare se lo riterrà necessario”. Lo ha dichiarato l’ex presidente e primo ministro russo Dmitry Medvedev, ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia. ‘La Russia utilizzerà armi nucleari se essa o i suoi alleati verranno attaccati utilizzando tali armi o se vi sarà una minaccia per l’esistenza della Russia”, ha aggiunto. 

La risposta di Washington

Ci saranno conseguenze “catastrofiche” se la Russia decide di usare un’arma nucleare in Ucraina. Lo ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. “Se la Russia oltrepasserà questa linea ci saranno conseguenze catastrofiche per la Russia. Gli Stati Uniti risponderanno in modo decisivo. Ora, attraverso i canali privati, abbiamo spiegato in modo più dettagliato esattamente cosa significherebbe”, ha detto Sullivan intervistato dalla Nbc“Vogliamo stabilire il principio che ci saranno conseguenze catastrofiche, ma non impegnarci in un gioco retorico di occhio per occhio”, ha quindi aggiunto in una intervista all’Abc. ”I russi devono capire che ci stiamo preparando per ogni evenienza e faremo il necessario per dissuadere la Russia dal fare questo passo. E se lo fanno, risponderemo in modo decisivo”, ha detto Sullivan. 

L’allarme dei pacifisti

Scrive Francesco Vignarca su Altreconomia: “Il discorso di Vladimir Putin pronunciato nella Giornata internazionale della Pace ha messo in allarme anche coloro che, pur di provare a difendere la legittimità degli arsenali nucleari, hanno sempre minimizzato i moniti delle organizzazioni della società civile per il disarmo. Nel confermare una mobilitazione militare parziale delle forze della Federazione Russa, Putin ha prefigurato il possibile utilizzo di armi nucleari “in caso di minaccia all’integrità territoriale del nostro Paese e per difendere la Russia e il nostro popolo”. E a sgombrare il campo da qualsiasi fraintendimento sono arrivate le successive dichiarazioni dell’ex presidente Dmitrij Medvedev: la Russia sarebbe pronta a utilizzare infatti “qualsiasi, arma anche quella nucleare” per difendere i risultati dei referendum di annessione dei territori orientali ucraini.

“Le minacce nucleari sono inaccettabili in qualsiasi momento e da chiunque provengano, e quelle di Putin aumentano il rischio di escalation verso un conflitto nucleare -ha subito dichiarato Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (International campaign to abolish nuclear weapons, Ican)-. Tutto ciò è incredibilmente pericoloso e irresponsabile. Ogni minaccia nucleare obbliga a una scelta: l’escalation verso una potenziale catastrofe globale o il rifiuto totale delle armi nucleari”.

Così Vignarca.

Nel giugno scorso l’Osservatorio Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) ha lanciato l’allarme sul possibile ricorso alle armi nucleari nel pieno della guerra in Ucraina. Stando al report pubblicato dagli studiosi, nonostante si assista a un leggero calo quantitativo degli arsenali, mai come in questo momento in rischio di una guerra nucleare è altissimo.

L’arsenale russo

Con 5.977 testate la Russia disporrebbe dell’arsenale nucleare più grande al mondo. Lo certifica un rapporto della Federation of American Scientists (Fas), mentre salgono i timori per un possibile uso delle armi atomiche dopo le parole del presidente russo, Vladimir Putin, il quale si è detto disposto ad usare “tutti i mezzi a disposizione per proteggere” il suo Paese, chiarendo di non bluffare. 

Di grande interesse è il report di Violetto Gorrasi su Todaymondo del 26 aprile scorso. “Secondo la Fas, circa 1.500 testate russe sarebbero in via di smantellamento perché vetuste, mentre le testate effettive sarebbero in realtà 4.447, di cui 1.588 sono schierate su missili balistici e nelle basi dei bombardieri. Stando al rapporto, inoltre, la Russia dispone “approssimativamente di 977 testate strategiche aggiuntive e di altre 1.912 testate non strategiche” tenute come riserva. Gli esperti, tuttavia, sostengono che non sia possibile stabilire il numero esatto di testate e armi a causa della segretezza che circonda la questione. I missili balistici intercontinentali (Icbm) in possesso della Russia hanno la capacità di raggiungere e distruggere le principali città del mondo come Londra o Washington. Tali missili possono raggiungere il Regno Unito in solo 20 minuti una volta lanciati dalla Russia.

Secondo le stime degli esperti, le testate nucleari all’interno dell’arsenale russo all’inizio di febbraio 2022 ammontano a un totale di poco meno di seimila unità. Volendo fare un confronto, gli Stati Uniti possiedono 3.750 armi nucleari, tra missili e bombe, secondo la Nsa,, National nuclear security administration (sarebbero invece 5.800 secondo il censimento dell’Ican, l’istituto per la campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari). Il numero delle testate nucleari russe utilizzabili rappresenta molto più della metà del totale, ovvero circa 4.477 unità, di cui 1.588 sono quelle già schierate e operative, considerando sia le armi strategiche sia le non strategiche. Le prime sono quelle schierate sui missili intercontinentali a lunghissimo raggio e nelle basi dei bombardieri pesanti. Le testate non strategiche o “tattiche”, invece, sono quelle schierate su basi con sistemi di lancio operativi a corto-medio raggio. I dati emergono da un report pubblicato su “Iriad Review. Studi sulla pace e sui conflitti”, la rivista dell’istituto di ricerche internazionali di Archivio disarmo, a firma dell’esperto Alessandro Ricci.

Di tutte le testate nucleari russe operative, si legge nello studio, 812 sono quelle disposte in sistemi missilistici balistici di terra, 576 sono invece quelle destinate all’utilizzo di sistemi balistici montati sui sottomarini nucleari e ulteriori duecento quelle operabili dai bombardieri equipaggiati per l’utilizzo di armi atomiche. Delle restanti testate, 2.889 sono invece quelle non schierate e in deposito di cui la maggior parte (1.912) è rappresentata da testate non strategiche e da una consistente minoranza di testate strategiche (977). Le rimanenti 1.700 testate circa sono invece quelle ritirate e in fase di smantellamento. Poiché non ancora dismesse totalmente, però, queste testate rimangono potenzialmente ancora reinseribili e riutilizzabili in poco tempo: ecco perché è necessario considerare nel computo anche questo genere di testate come facente parte dell’arsenale russo disponibile.

La modernizzazione dell’arsenale nucleare russo

Dalla dissoluzione dell’Urss, la Russia ha portato avanti un continuo percorso di modernizzazione del proprio arsenale nucleare, che avrebbe dovuto condurre, secondo i piani, ad un aggiornamento nel 2020 del 70% dell’intero inventario militare. Prendendo in considerazione il solo arsenale missilistico, gli ufficiali russi hanno stimato che, sempre nel 2020, il passaggio da armi atomiche di epoca sovietica a sistemi più moderni era completato circa all’83%, secondo quanto emerge dallo studio. Inoltre, l’aggiornamento dell’arsenale avrebbe portato, tra i suoi effetti, anche a una riduzione in termini numerici degli armamenti disponibili, benché sostituiti da sistemi più innovativi e avanzati. Gli attuali sistemi d’arma nucleari hanno una capacità distruttiva molto maggiore rispetto alle proprie controparti più datate, arrivando ad essere fino a tremila volte più potenti.

I missili balistici intercontinentali e i sottomarini a propulsione nucleare

Il 20 aprile scorso, Mosca ha testato  un nuovo missile intercontinentale con capacità atomica, chiamato Sarmat e prodotto interamente in Russia. Si tratta di un missile di lunghissimo raggio che può superare tutti i moderni sistemi antiaerei: con una gittata massima di 18mila chilometri, ha colpito un bersaglio a oltre 5mila chilometri di distanza. Sarmat, secondo quanto affermato da Putin, entrerà a far parte delle forze progettate per intervenire in caso di guerra nucleare. Il Pentagono ha detto che non bisogna preoccuparsi, perché si tratterebbe solo di un test di routine, e che comunque Mosca aveva correttamente informato Washington. Ma quanti sono i missili balistici intercontinentali posseduti da Mosca? Quelli armati e pronti per l’utilizzo sarebbero 306 e possono equipaggiare fino a un totale di 1.185 testate nucleari. Sono schierati in dodici basi sul suolo russo.

Passando dalla terra al mare, su un totale di 49 sottomarini che compongono l’intera armata navale russa, quelli a propulsione nucleare, ovvero gli unici in grado di equipaggiare armi atomiche, sono attualmente undici e di diversa tipologia. Altri sei sottomarini sono in fase di costruzione e andranno ad ampliare la marina russa nei prossimi anni. Allo stato attuale sono tre le flotte alle quali sono assegnati sottomarini a propulsione nucleare. In base alla tipologia di appartenenza, i sottomarini possono essere equipaggiati con un numero variabile di vettori fino ad un massimo di sedici missili balistici, per una potenza totale dell’intera marina di circa 800 testate.

E la parte aerea? È formata principalmente da bombardieri Tu-160 e Tu-95MS, e si stima che l’intera flotta aerea russa sia costituita da circa 60-70 bombardieri in totale. Ogni bombardiere del primo tipo può trasportare fino a dodici vettori, mentre quelli del secondo tipo possono essere equipaggiati tra i sei ai sedici missili. I bombardieri russi avrebbero dunque una capacità di trasporto totale di circa 800 testate totali, anche se è stimato che quelle effettivamente assegnate alla componente aerea dell’intero arsenale russo non superino le 600 unità.

Le armi non strategiche o tattiche

Per quanto riguarda le armi non strategiche o tattiche, principalmente sistemi cosiddetti “dual-use” (ovvero armi in grado di essere equipaggiate sia con testate convenzionali sia con testate nucleari), queste sono affidate a tutte le sezioni delle forze armate russe, in particolar modo a quelle difensive. Secondo le stime, sarebbero poco più di 1.900 le testate assegnate a questo tipo di forze. Di queste, 387 sono quelle impiegate dal sistema difensivo del territorio, in particolar modo quello aereo, ma in misura minore anche quello costiero.

Novanta testate sono assegnate alle forze di terra, per equipaggiare missili balistici a corto raggio e missili da crociera lanciati da terra. Alle forze aeree sono poi assegnate 500 testate per l’utilizzo su bombardieri a medio raggio e cacciabombardieri dual-use. La quota più importante di armi non strategiche – annota ancora Gorrasi – è assegnata alla marina, comprendente anche l’aviazione navale, con circa 935 testate per strumenti di attacco a terra, missili da crociera antinave e antisottomarino”.

Siamo a un passo dal baratro nucleare. Ma in Italia impazza il toto ministri. 

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