Ecco l'accusa formulata dalla commissione 6 gennaio: Trump è il mandante di un "tentato golpe"
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Ecco l'accusa formulata dalla commissione 6 gennaio: Trump è il mandante di un "tentato golpe"

La commissione ha indagato sull'attacco a Capitol Hill. Il portavoce di Trump ha definito l'udienza un "circo"

Ecco l'accusa formulata dalla commissione 6 gennaio: Trump è il mandante di un "tentato golpe"
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10 Giugno 2022 - 09.23


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L’assalto al Congresso degli Stati Uniti non è stato affatto spontaneo, ma un “tentato colpo di Stato” di Donald Trump e l’effetto diretto della volontà dell’ex presidente di ribaltare le elezioni del 2020. E’ quanto ha sostenuto la commissione 6 gennaio che ha indagato sull’attacco a Capitol Hill.

Durante un’udienza show, dopo mesi di pausa dei lavori, è stato diffuso materiale video inedito sull’assalto al Congresso e sull’aggressione ai poliziotti. Sono stati diffusi, inoltre, i momenti salienti delle oltre mille deposizioni raccolte durante l’inchiesta, il cui montaggio è stato affidato ad un esperto produttore televisivo, tra cui testimonianze, anche sorprendenti, dell’ex cerchia ristretta di Trump.

Bennie Thompson, democratico del Mississippi e presidente della commissione, ha esposto i risultati iniziali secondo cui Trump ha guidato una “cospirazione tentacolare e in più fasi volta a ribaltare le elezioni presidenziali”. Mentre la vice presidente, la rappresentante del Wyoming Liz Cheney, lo ha definito un “sofisticato piano in sette parti”.

Gli eventi del 6 gennaio sono stati il ​​”culmine di un tentativo di colpo di Stato, un tentativo sfacciato” di rovesciare il governo, ha aggiunto Thompson, secondo cui “la violenza non è stata casuale”. Nel corso dell’udienza, trasmessa in prima serata, il membro della Camera dei Rappresentanti ha quindi avvertito che “la democrazia rimane in pericolo”.

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Tra i video mostrati e che dimostrerebbero come Trump fosse a conoscenza dell’infondatezza dei brogli elettorali da lui denunciati per contestare la vittoria di Biden, c’è stato quello dell’ex ministro della Giustizia, William Barr, che davanti alla Commissione ha testimoniato di avere detto chiaramente all’ex presidente che le affermazioni sulle elezioni truccate erano “c….ate”.

In un altro, la figlia dell’ex presidente, Ivanka Trump, ha testimoniato alla commissione di avere rispetto per Barr e per la sua opinione riguardo alla falsità delle accuse sulle frodi elettorali. “Ho accettato quello che ha detto”, ha affermato.

Oltre al montaggio video delle deposizioni, c’è stata la testimonianza in diretta di Caroline Edward, una dei 150 agenti della Capitol Police feriti quel giorno, e di Nick Quested, un documentarista che stava lavorando ad un progetto sulla milizia di estrema destra Proud Boys e che ha assistito il 5 gennaio ad un ‘vertice’ tra i leader di questo gruppo e quelli degli Oath Keepers, un’altra milizia che ha guidato l’assalto.

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“Il presidente Trump ha convocato una folla violenta”, ha aggiunto Cheney, che ha preso l’iniziativa per gran parte dell’udienza. “Quando un presidente non fa i passi necessari per preservare la nostra unione – o peggio, provoca una crisi costituzionale – siamo in un momento di massimo pericolo per la nostra repubblica”, ha evidenziato.

Immediata è arrivata la replica su Twitter del portavoce di Trump, Taylor Budowich, che ha definito l’udienza un “circo” e ha ricordato che “le elezioni sono sempre a novembre”. Lo stesso Trump, attraverso la sua piattaforma ‘Truth’, ha osservato che l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 è stato il “più grande movimento” nella storia degli Stati Uniti, e il suo obiettivo era quello di “rendere di nuovo grande l’America”.

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