Salvini le ha tentate tutte, ma proprio tutte. Prima nascondendosi dietro Papa Francesco, poi fingendosi pacifista. Ma il proposito era uno ed uno solo: non dire o non fare nulla che potesse andare contro gli interessi e le aspettative di Putin.
E infatti, andando al sodo, Salvini cosa ha detto e fatto: di traverso sull’invio di armi all’Ucraina, di traverso sulle sanzioni contro la Russia, di traverso contro l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Cose che, tanto per essere chiari, corrispondono ai desideri di Putin: non armare l’Ucraina così l’invasione è un gioco da ragazzi, niente sanzioni per non toccare gli interessi russi, no alla Nato così Finlandia e Svezia staranno zitti e buoni pregando di non fare la fine dell’Ucraina.
E ora il Pd attacca: «Si scopre che il piano di pace di Salvini in realtà è il frutto dei consigli di un avvocato che lavora anche per l’ambasciata russa. Cosa dire di più?» Così su Twitter Lia Quartapelle, responsabile Europa e Affari internazionali nella Segreteria del Pd.
La polemica dei Borghi
«Mi scusi, avvocato Capuano, potrebbe essere più preciso? Chi sarebbero quelli -si presume italiani- che avrebbero fatto affari con il Cremlino?».
Lo scrive su Twitter il responsabile Sicurezza del Pd, Enrico Borghi, a proposito dell’intervista dell’ex europarlamentare di Fi Capuano a Repubblica, in cui questi afferma che, diversamente da Salvini, «altri hanno fatto affari» con Putin
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