Il Consiglio federale della Svizzera ha deliberato l’avvio un procedimento amministrativo di confisca di valori patrimoniali bloccati in Svizzera, a seguito della rivoluzione ucraina del febbraio 2014 che riguarda la fortuna di Yuriy Ivanyushchenko, un uomo vicino all’ex presidente filorusso Victor Yanukovich, e della sua famiglia, che ammonta a oltre 100 milioni di franchi svizzeri.
Il governo, si legge in una nota di oggi, ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (Dff) di avviare tale iter presso il Tribunale amministrativo federale (Taf). Quest’ultimo stabilirà se sussistono le condizioni per confiscare i patrimoni in questione. In caso ciò si concretizzasse definitivamente, gli averi saranno restituiti all’Ucraina. Nel 2014, pochi giorni dopo la destituzione di Yanukovich, il Consiglio federale aveva ordinato il blocco di tutti gli eventuali valori patrimoniali dell’ex presidente, come pure delle persone a lui vicine, in Svizzera.
Nei mesi successivi, Kiev ha avviato dei procedimenti penali per confiscare tali averi congelati, presentando alle autorità elvetiche diverse richieste di assistenza giudiziaria. Berna ha quindi fornito numerosi documenti e prove. Tuttavia, nonostante tale cooperazione, sin dall’inizio le autorità ucraine hanno incontrato diverse difficoltà nei loro tentativi di sequestrare questi averi e, ad oggi, non sono state in grado di emanare sentenze che ordinassero la confisca dei valori patrimoniali interessati. Tali problemi si sono accentuati con lo scoppio della guerra. Il Consiglio federale ha dunque ritenuto opportuno avviare un procedimento di confisca.
La decisione di oggi non è legata alle sanzioni adottate quest’anno contro la Russia, si precisa nel comunicato, né si tratta di una situazione paragonabile. Nel caso di Yanukovich e della sua cerchia, gli averi sono bloccati secondo la legge sui valori patrimoniali di provenienza illecita (Lvp) e l’obiettivo è di determinare se siano da far risalire ad attività illegali. I provvedimenti contro i russi, tra cui ci sono dei congelamenti di beni, si basano invece sulla legge sugli embarghi e hanno lo scopo di esercitare una pressione politica sul Cremlino affinché rispetti il diritto internazionale. La Lvp si applica solo in situazioni eccezionali. Questa legge consente di confiscare i valori patrimoniali di persone politicamente esposte all’estero, ma a condizioni rigorose. In particolare, è necessario che gli organi giudiziari di un altro Paese abbino già tentato di farlo senza riuscirci.