La situazione ucraina sta aprendo le porte a un vero e proprio esodo di potenziali rifugiati, con la Commissione europea e alcuni paesi membri che stanno spingendo per applicare una direttiva sulla “protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati”.
Una direttiva approvata nel 2001 e che mai, fino a oggi, è stata applicata.
Lo strumento, in origine, era stato concordato per affrontare massicci afflussi nella Ue di cittadini stranieri, costretti a lasciare il proprio paese a causa di guerre, violenze o violazioni dei diritti umani, non imponendo però la distribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo nei paesi dell’Unione.
La durata del provvedimento è di un anno e può essere prorogata fino a un massimo di due, e terminerebbe se il Consiglio ritenesse sicuro il rimpatri degli sfollati.
CI sono anche categorie di persone che non rientrano in questo sistema di protezione: i sospettati di crimini contro la pace, crimini di guerra, crimini contro l’umanità, reati gravi di natura non politica, atti contrari ai principi e alle finalità delle Nazioni Unite, o coloro che costituiscono un pericolo per la sicurezza del paese Ue ospitante.
I paesi aderenti dovranno assicurare un titolo di soggiorno, valido per tutta la durata della protezione, il diritto di esercitare attività di lavoro subordinato o autonomo e di accedere all’istruzione, alla formazione professionale e a esperienze di lavoro, assistenza sociale e sanitaria.
Per i minorenni, saranno garantiti gli accessi all’istruzione.