La variante Omicron del Covid è molto insidiosa. E al momento ha sconquassato tutto.
L’attuale forte ondata pandemica di covid-19 in Svizzera – la maggiore finora – dovrebbe raggiungere l’apice ancora nel corso del mese di gennaio, per poi diminuire, con 300 persone a settimana in terapia intensiva. Il 10-15% della popolazione attiva – una su sei – potrebbe ritrovarsi in isolamento o quarantena, con conseguenze sul buon funzionamento di alcuni servizi essenziali.
Lo ha affermato oggi Tanja Stadler, presidente delle Task Force Covid-19 del Consiglio federale svizzero, durante il consueto incontro coi media per far il punto della situazione.
Nelle prossime settimane, visto l’andamento della pandemia, da un terzo a metà degli Svizzeri si sarà infettato con la variante omicron, poi il numero di infezioni dovrebbe calare a causa dell’alto numero di persone ormai immunizzate, vuoi perché entrate in contatto col virus vuoi perché vaccinate (65%-80%). Rimarrà comunque una parte della popolazione non immunizzata, ha affermato Stadler.
Secondo Virginia Masserey, dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), la forte progressione delle infezioni – molte delle quali non registrate – dovrebbe tradursi in un aumento dei ricoveri nelle prossime settimane, anche se i decessi dovrebbero rimanere stabili.
Il numero di persone in terapia intensiva – perlopiù soggetti non vaccinati – rimane stabile, anche se a un livello elevato. A contribuire a questa evoluzione è anche la variante Omicron, che pur essendo molto contagiosa sfocia in decorsi meno gravi per i pazienti, anche grazie alla vaccinazione. A livello di vaccinazioni, si segnala soprattutto una progressione delle terze dosi, un elemento importante che consente di rafforzare le difese immunitarie. Circa i bambini da 5 a 11 anni, al momento si registrano 10 mila vaccinazioni, con differenze tra i Cantoni.
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