Seggi aperti in Russia, scatta la polemica: si teme un basso livello di sorveglianza
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Seggi aperti in Russia, scatta la polemica: si teme un basso livello di sorveglianza

Il capo della Commissione Elettorale Centrale russa denuncia gravi attacchi informatici sul voto online

Elezioni Russia
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17 Settembre 2021 - 14.27


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Sono iniziate in Russia le votazioni per la Duma. Il processo di voto durerà tre giorni (17, 18 e 19 settembre) per i 110 milioni di cittadini russi sono chiamati alle urne. Oltre alle elezioni parlamentari, si vota per i governatori di 9 Regioni russe (in altre tre regioni le legislature locali eleggeranno i massimi funzionari esecutivi) e nelle elezioni per 39 parlamenti regionali.
Il Cremlino punta a conservare un’ampia maggioranza in Parlamento nonostante la crisi di popolarità del partito di Putin “Russia Unita”, e le autorità hanno escluso dalla corsa elettorale molti dei più noti oppositori.
Secondo molti osservatori, “Russia Unita” dovrebbe mantenere il controllo del Parlamento. Resta però da capire con quale maggioranza. Adesso infatti il partito di governo ha ben 334 deputati su 450: una maggioranza qualificata dei due terzi che le consente di riformare la Costituzione. Ma nella prossima legislatura potrebbe avere meno deputati.
Alcuni analisti ritengono che in queste elezioni potrebbe esserci un basso livello di sorveglianza: mancheranno infatti gli osservatori dell’Osce, si temono pressioni sui dipendenti pubblici e secondo diverse voci critiche la decisione di spalmare il voto su tre giorni per l’epidemia di Covid potrebbe favorire eventuali irregolarità. In sette zone del Paese, compresa Mosca, si può inoltre votare online e anche questa scelta ha fatto storcere il naso a più di una persona. 
Per Putin il voto del prossimo fine settimana potrebbe essere un importante test in vista delle presidenziali del 2024, quando i deputati che saranno eletti nei prossimi giorni dovrebbero essere ancora in carica.
Il capo di Stato russo non ha annunciato se si candiderà o meno, ma l’anno scorso una controversa riforma costituzionale ha di fatto cancellato per lui il limite di due mandati presidenziali consecutivi aprendogli potenzialmente la strada per restare al Cremlino ancora a lungo.
Il voto si apre con le prime polemiche. Su un fronte, quello dell’opposizione, per la decisione di rimuovere l’app di Alexey Navalny da Google Play ed App Store.
“Una grande delusione: è un atto di censura politica e non può essere giustificato” ha scritto su Twitter Kira Yarmysh, la portavoce di Navalny, anche lei fuggita all’estero dopo le pressioni subite in Russia. Una decisione giusta, secondo il Cremlino, perché la app, suggerendo quale candidato alternativo votare pur di far perdere Russia Unita, è “un tentativo di provocazione dannoso per gli elettori”.
Sull’altro fronte, quello organizzativo, il capo della Commissione Elettorale Centrale russa (Cec) Ella Pamfilova ha detto che i sistemi di voto online in Russia stanno subendo gravi attacchi informatici, il 50% dei quali proviene dagli Usa.

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