Cecilia Strada racconta la tragedia in Afghanistan: "Ogni giorno si fa la conta dei vivi e dei morti"
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Cecilia Strada racconta la tragedia in Afghanistan: "Ogni giorno si fa la conta dei vivi e dei morti"

La figlia di Gino Strada, recentemente scomparso: "La situazione è brutta, ma l'ospedale regge"

Cecilia Strada
Cecilia Strada
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28 Agosto 2021 - 18.43


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 L’apporto di Emergency per queste emergenze è encomiabile, ancora adesso che ha perso il suo maestro.

La figlia di Gino Strada, Cecilia, racconta la situazione in Afghanistan, anche se lei in questo momento non si trova lì.

“Ho notizie di amici ed ex colleghi che sono lì e che per me sono come fratelli e sorelle. Ogni giorno c’è qualcuno che piange un morto. Ogni giorno c’è la conta di chi è morto, di chi è ancora vivo e di chi non risponde al telefono. Però l’ospedale regge”.

Poi prosegue: “Ho lasciato Emergency nel 2018 e come organizzazione non posso parlare io” chiosa Strada, però, ricorda, “per anni con Emergency ho raccontato quello che accadeva in Afghanistan. Per anni, anni e anni ci sono stati ospedali pieni, non c’era più posto ma l’Afghanistan non era sui giornali e non commuoveva. Adesso va benissimo commuoversi – fa notare – ma bisognava pensarci prima. La lezione che dovremmo trarre è muoviamoci quando si è ancora in tempo a salvare le persone, senza aspettare che la situazione sia degenerata”.

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“Io – premette Cecilia Strada – non voglio fare la morale a nessuno ma gli attentati dei talebani e i bombardamenti della coalizione che spianava case e ospedali con dentro i pazienti c’era anche prima”. Per anni, sottolinea Strada, l’Afghanistan è stato “completamente ignorato”. “Si preferiva o disinteressarsene perché è un Paese lontano – osserva – oppure raccontare la favola bella di un Afghanistan pacificato, che però non lo era. Un bambino morto è un bambino morto. Lo è ora così come lo era tre anni fa”.

“Quello che forse dobbiamo chiederci – conclude – è se possiamo provare ad essere più attenti a quello che succede nel mondo quando siamo ancora in tempo per cambiare le cose”.

 

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