Un fascista al potere che andrebbe fermato al più presto: l‘Alta Corte Elettorale (Tse) del Brasile ha deciso ieri di indagare sul Presidente Jair Bolsonaro per i suoi continui e non provati attacchi alla legittimità del sistema di voto elettronico, in vigore dal 1996. L’Alta Corte Elettorale ha anche accettato di chiedere alla Corte Suprema Federale (Stf) di indagare sul leader dell’estrema destra brasiliana per aver diffuso notizie false sulle elezioni durante una trasmissione in diretta su Facebook giovedì scorso. Per più di due ore Bolsonaro si è detto convinto che ci fossero stati brogli durante le ultime due elezioni presidenziali.
L’indagine del Tse determinerà se il presidente Bolsonaro ha commesso reati di “abuso di potere economico e politico, abuso dei media, corruzione, frode, veto a funzionari pubblici e propaganda estemporanea durante i suoi attacchi contro il sistema di voto elettronico e la legittimità delle elezioni generali del 2022”.
Il capo dello Stato, che ambisce a una rielezione, non chiede il ritorno al voto con schede cartacee, ma la stampa di una ricevuta tramite l’urna elettronica in modo che ogni elettore possa essere ricontattato in caso di controversia.
Una richiesta che trova eco in parte del suo elettorato. La scorsa domenica, migliaia di persone hanno manifestato in diverse città del Brasile, tra cui San Paolo, Rio de Janeiro e Brasilia, a favore del voto cartaceo.
Nel mirino per la sua caotica gestione della pandemia e oggetto di un’indagine preliminare dopo l’accusa di avere trascurato sospetti di corruzione nell’acquisto del vaccino Covaxin, il presidente Bolsonaro non ha partecipato direttamente alle proteste. Tuttavia, il capo dello Stato ha tenuto un discorso in videoconferenza in cui ha ribadito che non accetterà elezioni che non siano “pulite e democratiche”
Già tre settimane fa Jair Bolsonaro aveva destato scalpore seminando dubbi sulla realizzazione delle elezioni del 2022. “O si fanno elezioni vere in Brasile, o non ci saranno elezioni”, aveva assicurato, definendo “uno sciocco” il presidente del Tse, Luis Roberto Barroso, il quale ritiene, al contrario, che la stampa di ricevute cartacee possa esporre il voto “ai rischi delle stesse manipolazioni del passato”.
Secondo gli analisti consultati dall’Afp, mettendo in discussione il sistema elettorale, il leader dell’estrema destra brasiliana sta preparando il terreno per contestare il risultato elettorale in caso di sconfitta, così come ha fatto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, di cui Jair Bolsonaro è un forte ammiratore. Ieri mattina, Luis Roberto Barroso e tutti i suoi predecessori dalla promulgazione della Costituzione nel 1988 hanno firmato un documento che garantisce la trasparenza e la sicurezza del sistema di voto elettronico.