“I Paesi ricchi devono poter garantire che tutti i Paesi, a prescindere dalla loro condizione economica, possano ricevere i vaccini, perché tutti gli abitanti del pianeta hanno il diritto di essere curati con dignità. Ho già mandato un messaggio a Biden, a Macron, ad Angela Merkel e in Cina: devono porgere la mano a quelli che non hanno possibilità: Cuba, Venezuela e Iran sono vittime di un blocco e non ricevono i vaccini per l’embargo, in molti Paesi non hanno soldi.
C’è sempre un modo di emarginare una parte della umanità.
Quindi, se potessi mandare un messaggio al Presidente Draghi direi che è importante che al G20 di ottobre sia presa la decisione da parte di tutti i Paesi di sopperire alle deficienze dei vaccini nei Paesi più poveri. L’appello che vorrei fare è questo: il vaccino non è solo per chi lo può comprare ma per tutti gli esseri umani”. Lo ha detto a Sky TG24 Luiz Inacio Lula da Silva, ex presidente del Brasile e candidato alle prossime elezioni presidenziali del 2022, in un’intervista che andrà in onda integralmente oggi alle 19.30.
“Vorrei innanzitutto ringraziare il Santo Padre per le sue dichiarazioni e per la sua preoccupazione sull’Amazzonia dimostrata nel sinodo in cui ha dato voce ai popoli indigeni. L’Amazzonia è importante per il Brasile e per tutto il mondo. Dobbiamo sapere come trarre profitto da tutta la ricchezza e la biodiversità dell’Amazzonia per migliorare la vita dei popoli locali”.
“Tutto il mondo ha bisogno dell’Amazzonia: possiamo usare la ricchezza dell’Amazzonia ma dobbiamo garantire la sua cura. E’ una responsabilità del Brasile. Va ricreato un fondo di sviluppo e vanno coinvolti molti Paesi per fermare la deforestazione.
Ringrazio il Papa per le sue parole per l’Amazzonia: il Brasile ha la responsabilità sovrana di occuparsene ma serve una partnership con gli altri Paesi”, ha commentato Lula.
L’ex presidente brasiliano ha quindi parlato di America Latina e di Cuba: “Per i Paesi dell’America Latina, l’importante è che possano esercitare la loro politica in modo sovrano senza ingerenze estere. Per quel che riguarda le proteste a Cuba, ogni società ha il diritto democratico di manifestare. Ma per me il problema dei cubani deve essere risolto dai cubani”.
“Deve essere tolto questo embargo che reca tanto danno ai cubani che non riescono a costruire una vita migliore. Dopo sessant’anni di rivoluzione, non c’è una spiegazione per questo embargo continuo contro Cuba”, ha aggiunto Lula.
“Io sinceramente penso – ha proseguito Lula – che dobbiamo discutere il mondo dopo la pandemia. E’ importante creare un mondo forte: io difendo una relazione forte tra l’America latina e l’Unione Europea. Lo stato di benessere europeo è un esempio per noi in America latina”. “E se tornerò al governo del Brasile”, ha concluso Lula, “recupererò rapporti democratici che avevamo e cercheremo di concludere un accordo tra l’America latina e l’Unione Europea, un accordo che permetta ai due blocchi di sopravvivere pacificamente e commercialmente in una situazione in cui tutti saranno vincenti. Dobbiamo tornare a creare posti di lavoro e dare speranza di giovani”.
Argomenti: covid-19