Bombe israeliane a Gaza anche sul convento delle suore: la dura protesta del vescovo cattolico
Top

Bombe israeliane a Gaza anche sul convento delle suore: la dura protesta del vescovo cattolico

Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario del Patriarcato Latino di Gerusalemme: "Risultano del tutto infondate le considerazioni di chi ha definito proporzionata la reazione militare dello stato ebraico"

Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario del Patriarcato Latino di Gerusalemme
Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario del Patriarcato Latino di Gerusalemme
Preroll

globalist Modifica articolo

14 Maggio 2021 - 15.11


ATF

Bombardamenti a tappeto e “pazienza” se sotto le macerie rimangono i civili.
Le massicce incursioni della aviazione israeliane sulla Striscia di Gaza hanno colpito anche abitazioni di famiglie cristiane collocate nei pressi della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, provocando danni anche al convento e all’asilo delle Suore del Rosario.

“Le incursioni israeliane fanno seguito ai razzi lanciati da Hamas sul territorio d`Israele, ma stando a quello che vediamo risultano del tutto infondate le considerazioni di chi, negli Usa, ha definito `proporzionata` la reazione militare dello Stato ebraico”, dichiara a Fides, agenzia stampa della congregazione vaticana per l’Evangeilzzazione dei popoli, il Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale del Patriarcato Latino di Gerusalemme per la Palestina e la Città Santa.

“Bombardano da lontano. Una bomba è caduta vicino al Convento delle suore. Tra le più di cento vittime ci sono donne e bambini.

Ancora una volta, le famose `bombe intelligenti` fanno male a tutti, senza saper distinguere tra obiettivi militari e popolazione civile”
 Mentre le campagne di propaganda invadono la rete globale dei media, il Vescovo Marcuzzo – nato in Italia, ma divenuto sacerdote in Palestina, dopo aver studiato al Seminario patriarcale di Beit Jala – invita a non perdere di vista la catena di eventi e provocazioni che ha scatenato la nuova violenza in terra Santa, se davvero si vogliono trovare strade per fermare violenze e spargimento di sangue innocente. “Sullo sfondo di tutto – ricorda il Vicario patriarcale – c’è il conflitto israelo-palestinese che dura da decenni, e soprattutto l’occupazione israeliana dei Territori palestinesi. Fino a quando non si affrontano e risolvono le cause che sono alla radice del conflitto, basta sempre una scintilla per far riesplodere tutto. Lo abbiamo già visto con la prima e la seconda Intifada”.

Leggi anche:  Quando l'opposizione sostiene la guerra, Israele non ha alternative a Netanyahu

L’attuale scatenamento della violenza – rimarca il Vescovo Marcuzzo – è dovuto all’accumularsi di una serie di “circostanze infelici” che hanno riacceso la tensione intorno a Gerusalemme, vero nodo scoperto del conflitto: gli espropri di case palestinesi nel quartiere gerosolimitano di Sheikh Jarrah, poi gli impedimenti imposti da parte israeliana ai fedeli musulmani che volevano raggiungere la Moschea di al Aqsa nell’ultimo venerdì di Ramadan, quando i musulmani celebrano la “Notte del Destino” (Laylat al Qadr), in cui l`Angelo Gabriele rivelò il Corano al Profeta Mohammad.
Poi è arrivato il “Giorno di Gerusalemme”, con la consueta “Marcia delle Bandiere” – quest’anno svoltasi fuori dal suo solito percorso – con cui annualmente nazionalisti e estremisti israeliani attraversano i quartieri arabi della Città Vecchia per riaffermare il dominio israeliano su tutta la Città Santa. E non bisogna dimenticare – aggiunge il Vicario patriarcale Marcuzzo – il rifiuto israeliano di conseguire lo svolgimento delle elezioni politiche palestinesi a Gerusalemme Est, che dovevano svolgersi il 22 maggio e proprio per questo sono state rinviate. E poi, occorre tener presente come causa dell’attuale situazione anche l’infelicissimo piano del Presidente Usa Donald Trump, che riconoscendo Gerusalemme come Capitale indivisa di Israele ha alimentato risentimento nelle popolazioni arabe”.

Leggi anche:  Gaza, strage israeliani: 96 civili palestinesi uccisi a Beit Lahiya, Nuseirat e Bureij

Adesso, un altro fattore di grave preoccupazione sono gli scontri già registrati anche in territorio israeliano tra arabi ed ebrei.

“Nelle cosiddette `città miste`, come Haifa, Ramla, Jaffa o Lod”, rimarca il Vescovo Marcuzzo, “la coesistenza era abbastanza pacifica. Ora abbiamo notizie di aggressioni, assalti alle case, scontri nelle strade tra membri delle due comunità. E abbiamo anche diverse conferme del fatto che le forze di sicurezza non intervengono sempre in maniera imparziale”.

Davanti alle violenze che tornano a dilaniare il cuore di Gerusalemme e la Terra Santa “noi, come Chiese locali, cerchiamo di fare sempre opera di pace”, conclude il Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo. Nella terra di Gesù, ancora una volta, “c’è bisogno di un miracolo”, come ha scritto sul website patriarcale Sami el Yousef. Amministratore delegato del Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Native

Articoli correlati