L’ex atleta mette all’asta la medaglia d’oro per sostenere gli sportivi colpiti dal regime di Lukashenko
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L’ex atleta mette all’asta la medaglia d’oro per sostenere gli sportivi colpiti dal regime di Lukashenko

Ha messo all’asta l’oro conquistato ai mondiali di nuoto del 2012

Aliaksandra Herasimenia, ex nuotatrice bielorussa
Aliaksandra Herasimenia, ex nuotatrice bielorussa
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15 Aprile 2021 - 08.18


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Il grande movimento di protesta contro Alexander Lukashenko, in Bielorussia, ha riunito per mesi decine di migliaia di persone nelle strade di Minsk e in altre città prima di esaurirsi gradualmente con arresti massicci, con violenze che hanno provocato almeno quattro morti e pesanti pene detentive.
Quasi tutte le figure dell’opposizione sono state arrestate o costrette all’esilio e gli atleti critici per il potere sono stati espulsi dalla squadra nazionale per le Olimpiadi di Tokyo.
Da Aliaksandra Herasimenia, ex nuotatrice che è tra gli sportivi in prima linea contro il regime di Lukashenko, atleta che ha per giunta un un palmares di tutto rispetto (si è ritirata nel 2019 dopo aver vinto 23 medaglie tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei), è partita l’iniziativa per aiutare tutti gli sportivi .

Ha messo all’asta l’oro conquistato ai mondiali di nuoto del 2012 “per sostenere” gli atleti dell’opposizione che affrontano la repressione del regime. Una medaglia per la difesa della libertà è la sfida di Aliaksandra Herasimenia.
Lo scorso mese di agosto, quando a Minsk divampava la protesta contro la rielezione di Lukashenko, Herasimenia ha lanciato la Belarusian Sports Solidarity Foundation (BSSF). La fondazione fornisce supporto finanziario e legale agli atleti bielorussi che si sono trovati nel mirino delle autorità per aver chiesto la fine della repressione delle proteste dell’opposizione.
Herasimenia ha così messo all’asta la sua medaglia d’oro vinta nei 50 metri stile libero al campionato del mondo 2012 in Turchia, raccogliendo circa 13.500 euro per la sua causa.
“Voglio sostenere tutti i bielorussi, dare loro il 100% di fiducia nella vittoria perché questa fiducia è il 90% del successo”, ha detto in un comunicato stampa della sua fondazione sottolineando che questa decisione è stata presa dopo che le autorità bielorusse hanno aperto un inchiesta contro la campionessa.
Herasimenia, rifugiata in Lituania, è accusata di “azioni volte a nuocere alla sicurezza nazionale della Bielorussia” e rischia cinque anni di carcere.
Herasimenia ha invitato il Comitato olimpico internazionale a vietare alla Bielorussia di partecipare a Tokyo, e lo scorso mese di dicembre il Cio ha sospeso il Paese e il suo presidente, Alexander Lukashenko (che era anche presidente del Comitato olimpico bielorusso), da tutte le attività olimpiche, compresi i Giochi di Tokyo (gli atleti potranno partecipare alle Olimpiadi soltanto sotto la bandiera olimpica), sottolineando che l’attuale leadership del comitato olimpico bielorusso “non ha adeguatamente protetto gli atleti bielorussi dalla discriminazione politica” all’interno delle organizzazioni sportive del paese.

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