Il fascista Bolsonaro allo sbando: recordi di morti per Covid e dimissioni a raffica
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Il fascista Bolsonaro allo sbando: recordi di morti per Covid e dimissioni a raffica

Dopo le dimissioni dei ministri di Esteri e Difesa hanno sbattuto la porta anche i vertici militari. E 3780 morti in un giorno...

Jair Bolsonaro
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31 Marzo 2021 - 17.53


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Un estremista di destra sessista e omofobo che continua ad ignorare i disastri che la pandemia di Covid sta causando al Brasile, ora non sembra più in grado di controllare i la situazione che si aggrava sempre di più.
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro è alle prese con la più grande crisi della sua presidenza da quando ha assunto l’incarico nel gennaio 2019 dopo le dimissioni lunedì dei vertici di esercito, marina e aeronautica e i 3.780 morti di Covid-19 registrati ieri, il più alto numero di decessi in assoluto nel Paese in un solo giorno.
Lo scrive la Bbc sottolineando che le dimissioni senza precedenti dei capi della difesa vengono lette come una protesta contro i tentativi di Bolsonaro di esercitare un controllo indebito sui militari.
Ma la popolarità del presidente è precipitata già da settimane a causa della sua risposta al Covid-19. Quasi 314.000 persone sono morte dall’inizio della pandemia.
Il Brasile ha il secondo numero più alto di casi di Covid-19 totali – dopo gli Stati Uniti – con oltre 12,6 milioni.
All’inizio di questo mese l’Istituto di sanità pubblica brasiliano Fiocruz ha avvertito che il sistema sanitario era vicino al collasso, con oltre l’80% dei letti di terapia intensiva occupati nella maggior parte degli Stati del Paese.
Un epidemiologo nello Stato di Rio Grande do Sul, Pedro Hallal, ha detto di temere che il Brasile possa diventare una minaccia per la salute pubblica globale.
Il presidente Bolsonaro deve rispondere adesso del fatto che si è costantemente opposto alle misure di lockdown, sostenendo che il danno all’economia sarebbe stato peggiore degli effetti del coronavirus stesso, in più di una occasione ha anche detto ai brasiliani di “smetterla di lamentarsi” per la situazione.
Ma la scorsa settimana, Bolsonaro, che in precedenza aveva sollevato dubbi sui vaccini e difeso dei farmaci non autorizzati come trattamento, ha cambiato aria e ha dichiarato di essere pronto a fare del 2021 l’anno delle vaccinazioni.
“Molto presto riprenderemo le nostre vite normali”, ha annunciato.
Finora il Brasile ha vaccinato poco più dell’8% della popolazione, con circa 17,7 milioni di dosi di vaccino inocultate.
La popolarità del presidente è crollata sulla sua gestione della pandemia, con il 43% dei brasiliani che afferma che Bolsonaro ha la colpa della crisi del Covid-19, secondo un sondaggio di Datafolha pubblicato a metà marzo.
Il suo governo è in subbuglio.
Il 16 marzo è entrato in carica un nuovo ministro della Sanità, il quarto dall’inizio della pandemia, Marcelo Queiroga, cardiologo, ha sostituito un ufficiale dell’esercito senza formazione medica.
Lunedì i ministri della Difesa e degli Esteri si sono dimessi, provocando un rimpasto di governo.
Il ministro degli Esteri è stato accusato di aver gestito male i rapporti con la Cina, con conseguente carenza di vaccini Covid-19, il ministro della Difesa si è scontrato con Bolsonaro sulla questione della lealtà delle forze armate, che secondo lui dovrebbe essere diretta a sostenere la costituzione piuttosto che a sostenere personalmente il presidente.
Martedì sono stati seguiti dai vertici dell’esercito, della marina e dell’aeronautica.
Si ritiene che sia la prima volta nella storia brasiliana che i capi delle forze armate si siano dimessi tutti insieme per un disaccordo con il presidente.
Il presidente resta una figura divisiva che ha acceso polemiche con commenti razzisti, omofobi e misogini.
Ex capitano dell’esercito, Bolsonaro ha organizzato una commemorazione nel 2019 del colpo di Stato del 1964 che pose il Brasile sotto il governo militare fino al 1985.
Almeno 434 persone sono state uccise o sono scomparse, secondo i risultati di una commissione nazionale per la verità del 2014.

Bolsonaro ha difeso le cerimonie, dicendo che l’obiettivo era quello di ricordare il periodo piuttosto che commemorare lo stesso governo militare.
Sulle stesse note il neo nominato ministro della Difesa, generale Walter Braga Netto, che oggi ha affermato che il governo militare ha “pacificato il Paese” e che dovrebbe essere celebrato.

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