Milioni di persone hanno fatto ritorno alle proprie case dopo la fine del conflitto con l’Isis in Iraq, ma per loro, come per chi vive nei campi profughi, la situazione è disperata.
Al 31 dicembre 2020, secondo i dati di Oxfam, gli sfollati interni erano ancora 1.2 milioni e 4.1 milioni di persone, di cui 2.6 milioni di bambini, dipendevano dagli aiuti umanitari per sopravvivere.
Una situazione drammatica in cui 1.8 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e a servizi igienici sicuri, di cui la metà sono donne e il 38% bambini.
Alyaa, responsabile della salute pubblica a Mosul, in un video spiega la grave crisi economica ed umanitaria che il suo paese sta vivendo.
In Iraq manca tutto: acqua ed elettricità, ripari sicuri, servizi di base, protezione e opportunità lavorative.
La vita è quasi impossibile e il rischio di contagio da Coronavirus sempre più elevato.
Oxfam ha l’obiettivo di costruire 107 punti di erogazione acqua entro la fine di marzo, un traguardo che permetterebbe di salvare 287.000 persone dal rischio di contagio da Coronavirus.
Ma, avverte la ong, ”questi ultimi giorni di marzo sono cruciali per completare il lavoro e raggiungere il nostro obiettivo”.
Oxfam lancia quindi un appello per la raccolta dei fondi necessari, ”oggi più che mai fondamentali, perché l’emergenza in Iraq si fa più grave ora dopo ora”.