Incredibile ma vero, il tema del ‘voto rubvato’ continua a essere l’ossessione dei fanatici trumpiani, ossia della maggioranza dei conservatori repubblicani intervenuti a Orlando, in Florida per l’annuale riunione del Cpac, Conservative Political Action Conference.
Sette le sessioni dedicate all’argomento prediletto da Donald Trump – atteso domani a Orlando – nel dopo-voto, come si evince da titoli quali quello della tavola rotonda di ieri: “Altri colpevoli: perché i giudici e i media si rifiutano di guardare le prove”.
Diversi oratori ieri sono tornati alla carica con affermazioni sulle elezioni smentite e risultate false: Deroy Murdock, un collaboratore di Fox News, è tornato a parlare di veicoli con targhe non appartenenti allo stato in cui sono state viste intente a scaricare schede nelle prime ore delle elezioni.
I timori per possibili frodi e la difesa di regole di voto più severe sono diventati all’ordine del giorno tra i Repubblicani negli ultimi anni, ma sulla scia della presidenza Trump – e della sua sconfitta contro Biden – il tema si è trasformato in un comune grido di protesta nel partito, sottolinea il Guardian. E non mancano gli osservatori preoccupati dal tentativo di alimentare le fiamme della teoria del complotto al Cpac.
“Donald Trump ha convinto la sua base – la maggioranza dei Repubblicani, se si vuole credere ai sondaggi – che le elezioni sono state rubate. Anche se gli organizzatori del Cpac probabilmente sanno che è falso, lo stanno usando come un mezzo per scuotere la base e vendere più biglietti”, ha commentato Nick Pasternak, che ha recentemente lasciato il partito repubblicano dopo aver lavorato a diverse campagne del Gop. “Il desiderio del Cpac di fare delle menzogne sul voto una questione dominante quest’anno è un simbolo di ciò che molti nel partito pensano – e di ciò che faranno”.
Anche se decine di giudici in tutto il paese, diversi dei quali nominati da Donald Trump, hanno respinto le accuse di frode dopo le elezioni, Murdock e altri oratori del Cpac hanno accusato i giudici di non essere disposti a esaminare le prove di frode. Hans von Spakovsky, un noto conservatore che da anni si dà da fare per politiche di voto più restrittive, ha affermato che i giudici erano restii a guardare le prove perché temevano di essere attaccati. “Quando la competizione elettorale diventa straordinaria, con implicazioni nazionali dove rischiano di essere attaccati da uno dei partiti politici o dai media, la loro riluttanza diventa ancora maggiore”, ha sostenuto.
I commenti al Cpac sottolineano come i repubblicani continuino ad alimentare l’incertezza sulle elezioni – anche dopo che giudici e funzionari eletti repubblicani e democratici hanno ripetutamente esaminato le accuse di illeciti e non hanno trovato frodi, e continuano a insistere sul fatto che ci sono prove non esaminate.
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