Biden non 'punirà' il principe Salman: il presidente Usa sceglie la real-politik
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Biden non 'punirà' il principe Salman: il presidente Usa sceglie la real-politik

Nonostante il rapporto degli 007 Usa abbia indicato il principe ereditario il mandante del barbaro assassinio la Casa Bianca non vuole rotture diplomatiche

Biden e Salman
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27 Febbraio 2021 - 11.27


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Sceglierà una via diplomatica non prendendo provvedimenti Joe Biden, contro il principe saudita Mohammed bin Salman, dopo il rapporto della Cia che ha confermato il suo ruolo attivo nell’uccisione del giornalista Khashoggi , al consolato del regno a Istanbul, il 2 ottobre 2018.

L’inquilino della Casa Bianca e i suoi collaboratori più vicini ritengono che i costi diplomatici di una misura punitiva diretta contro il principe saudita sarebbero troppo alti..

La decisione di Biden è arrivata dopo settimane di dibattito in cui la sua squadra per la Sicurezza nazionale ha appurato, ad esempio, che non esiste modo di impedire formalmente all’erede della corona saudita di entrare negli Stati Uniti o di formulare accuse penali contro di lui, senza violare il rapporto che Washington intrattiene con uno dei suoi principali alleati arabi.

Secondo i funzionari Usa, all’interno della Casa Bianca si è sviluppato un consenso sul fatto che il costo di un provvedimento diretto contro il principe saudita sarebbe altissimo, soprattutto nella cooperazione di Riad con Washington sull’antiterrorismo e nei confronti della Repubblica islamica d’Iran.

 Ieri la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha annunciato comunque l’intenzione degli Stati Uniti “di ricalibrare le relazioni con il governo dell’Arabia Saudita a tutti i livelli”.

Mentre molte organizzazioni per i diritti umani stanno facendo pressioni su Biden affinché imponga, come minimo, le stesse sanzioni di viaggio contro il principe ereditario che l’amministrazione di Donald Trump aveva deciso per altri cittadini sauditi coinvolti nel complotto.

Fonti vicine a Biden hanno spiegato che il principe Mohammed non sarà invitato negli Stati Uniti nei prossimi mesi, mentre sarà valutata una serie di nuove azioni su funzionari di livello inferiore intesa a penalizzare l’élite saudita ed elementi dell’esercito saudita, assieme a nuovi deterrenti per le violazioni dei diritti umani.

 Tali azioni, approvate dal segretario di Stato Antony J. Blinken, includono un divieto di viaggi in Usa per l’ex capo dell’intelligence saudita, profondamente coinvolto nell’operazione per l’uccisione di Khashoggi, e per la Rapid Intervention Force, un’unità della Guardia reale saudita che protegge il principe Mohammed, visto che si tratta di una forza sotto il suo diretto controllo.

Blinken, inoltre, ha già annunciato provvedimenti per limitare i visti a chiunque si renda partecipe di sforzi atti a molestare, detenere o danneggiare dissidenti e giornalisti in tutto il mondo.

Il segretario di Stato ha precisato che 76 cittadini sauditi saranno inseriti, in una prima fase, nell’elenco delle persone soggette a questa misura.

 

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