A differenza di Renzi, il presidente degli Stati Uniti ha evitato come la peste il principe ereditario, mandante dell’assassinio di Khashoggi. Ma ha deciso che l’unico interlocutore sia il re saudita.
Così Joe Biden ha “affermato l’importanza che gli Stati Uniti attribuiscono ai diritti umani universali e allo stato di diritto” nel primo colloquio telefonico con re Salman dell’Arabia Saudita.
Il presidente americano, ha fatto sapere la Casa Bianca, ha “notato in modo positivo il rilascio di attivisti sauditi-americani e di Loujain al-Hathloul”, dopo oltre mille giorni in carcere.
Parole arrivate dopo che Biden ha letto l’atteso rapporto dell’intelligence Usa sull’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso nell’ottobre del 2018 nel consolato del suo Paese a Istanbul.
In cima all’agenda, la “sicurezza” nella regione e i “rinnovati sforzi diplomatici guidati dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Yemen”, così come “l’impegno degli Usa ad aiutare l’Arabia Saudita a difendere il suo territorio” di fronte agli “attacchi dei gruppi allineati all’Iran”. Biden ha assicurato a re Salman che lavorerà per “rendere le relazioni bilaterali il più forti e trasparenti possibili” e insieme – sottolineando la “natura storica” dei rapporti tra gli Usa e la monarchia del Golfo – hanno “concordato di lavorare insieme su questioni di reciproco interesse e preoccupazione”.