Il Portogallo domani al voto per le presidenziali malgrado la pandemia
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Il Portogallo domani al voto per le presidenziali malgrado la pandemia

Il favorito è l'uscente De Sousa del Partito Social Democratico. Il rischio più grande è l'astensione

Votazioni in Portogallo
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23 Gennaio 2021 - 11.44


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Non è bastato il coronavirus a fermare le elezioni presidenziali portoghesi, nonostante la difficile situazione epidemiologica: complice anche la necessità di una riforma costituzionale che ne permettesse lo spostamento, la data del voto è rimasta quella prevista del 24 gennaio.

Le previsioni però sono di una notevole quanto comprensibile astensione, non solo per timore del contagio ma anche perché l’uscente Marcelo Rebelo de Sousa è praticamente sicuro della rielezione già al primo turno, con il 60% delle intenzioni di voto; un eventuale ballottaggio è fissato per il 14 febbraio.

Non che le alternative abbondino: il voto postale non è previsto, mentre è possibile quello anticipato al quale hanno fatto ricorso 250mila elettori: pochi, rispetto ai nove milioni di aventi diritto.

Le autorità sono corse ai ripari aumentando il numero dei seggi e permettendo il voto a domicilio ai malati in isolamento e ai residenti nelle Rsa; ma chiunque sia risultato positivo nei dieci giorni precedenti alla data dello scrutinio non potrà esercitare il proprio diritto.

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Malgrado tutto questo si prevede un tasso di astensione fra il 60% e il 70% (nel 2016 peraltro superò il 50%).

A correre per la presidenza sono sette candidati: i possibili sfidanti del conservatore Marcelo per un eventuale balottaggio sono la socialista Ana Gomes – che si presenta come indipendente, poiché una buona parte del suo partito appoggia il presidente uscente – e il candidato dell’ultradestra, André Ventura, accreditati rispettivamente del 13% e dell’8% delle preferenze.

I poteri del presidente non sono semplicemente onorifici in Portogallo: può infatti opporre il veto alle leggi e indire elezioni, e – particolare importante in epoca di pandemie e lockdown – dichiarare lo stato di emergenza e le eventuali proroghe, anche se con il nulla osta parlamentare.

 

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