Francesco, Biden e i vaccini: quanto è importante tornare al multilateralismo
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Francesco, Biden e i vaccini: quanto è importante tornare al multilateralismo

Tutto si tiene in questa prospettiva, in questa ricerca di un nuovo umanesimo. Dal vaccino per 25 senza fissa dimora al multilateralismo. Una giornata da incorniciare. 

Papa Francesco
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

20 Gennaio 2021 - 18.42


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Stamane era ancora fresca la memoria delle dichiarazioni, che ha tentato di riconsiderare, dell’assessore alla sanità della Lombardia, Letizia Moratti, sull’importanza di distribuire i vaccini anche in base al Prodotto Interno Lordo Regionale, quando 25 senza fissa dimora sono entrati nel grande androne dell’aula Paolo VI, in Vaticano, per farsi vaccinare. Non è un messaggio solo italiano.

Il criterio sollecitato da Moratti infatti è un criterio già adottato dalla comunità internazionale in questa crisi pandemica, visto che l’intero continente africano ha avuto un numero di dosi vaccinali pari a quelle ottenute dall’Italia. Ricchi e poveri. Il messaggio che il Vaticano ha mandato al mondo non è dunque una risposta alla tesi Moratti, o solo ad essa, ma soprattutto una risposta globale che riporne l’idea “nessuno si salva da solo”.

Ma se nessuno si salva da solo allora occorre allargare il discorso e pensare a come salvarsi insieme. E’ quello che oggi, poche ore dell’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha fatto Papa Francesco. Questo si che è un messaggio diretto.
All’udienza del mercoledì infatti Francesco ha parlato di armi nucleari, ricordando il trattato che ne sta per rendere illegale l’uso: “Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che vieta esplicitamente questi ordigni, il cui utilizzo ha un impatto indiscriminato: colpisce in breve tempo una grande quantità di persone e provoca danni all’ambiente di lunghissima durata”: “Incoraggio vivamente tutti gli Stati e tutte le persone a lavorare con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un modo senza armi nucleari, contribuendo all’avanzamento della pace e della cooperazione multilaterale, di cui oggi l’umanità ha tanto bisogno”.

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Questo è il messaggio diretto a Biden: tornare davvero al multilateralismo, quello che il Presidente ha annunciato di voler cominciare oggi stesso tornando negli accordi di Parigi sui mutamenti climatici. 
Un mondo multilaterale non risolve i problemi unilateralmente o con accordi bilaterali a danno di terzi, come ha fatto spesso e volentieri Trump. Il punto davvero problematico della sua presidenza è stato questo, una politica sempre a discapito del multilateralismo. Ricostruire un circuito virtuoso per il multilateralismo non sarà facile, ma Francesco ha indicato la strada dell’epoca post-trumpiana. Questa visione non può puntare alla sicurezza basata sul riarmo di tanti soggetti, ma su un effettivo disarmo, partendo da quello nucleare. Quale sicurezza? Quella della deterrenza in assenza dei vecchio blocchi ideologici? O un mondo multilaterale che riparta archiviando l’atomica? Anche lo spinoso caso iraniano visto così cambierebbe profondamente: se non ci fosse più la bomba atomica sul tavolo, cosa ci sarebbe? 
Reimpostare il multilateralismo è l’idea di Francesco da anni, e infatti nel suo discorso del 7 gennaio 2019, rivolgendosi al corpo diplomatico accreditato in Vaticano, disse: “ Premessa indispensabile del successo della diplomazia multilaterale – ha detto il Papa – sono la buona volontà e la buona fede degli interlocutori, la disponibilità a un confronto leale e sincero e la volontà di accettare gli inevitabili compromessi che nascono dal confronto tra le Parti. Laddove anche uno solo di questi elementi viene a mancare, prevale la ricerca di soluzioni unilaterali e, in ultima istanza, la sopraffazione del più forte sul più debole (…) Ritengo dunque importante che anche nel tempo presente non venga meno la volontà di un confronto sereno e costruttivo fra gli Stati, pur essendo evidente come i rapporti in seno alla comunità internazionale, e il sistema multilaterale nel suo complesso, stiano attraversando momenti di difficoltà, con il riemergere di tendenze nazionalistiche, che minano la vocazione delle Organizzazioni internazionali ad essere spazio di dialogo e di incontro per tutti i Paesi. Ciò è in parte dovuto a una certa incapacità del sistema multilaterale di offrire soluzioni efficaci a diverse situazioni da tempo irrisolte. In parte, è il risultato dell’evoluzione delle politiche nazionali, sempre più frequentemente determinate dalla ricerca di un consenso immediato e settario, piuttosto che dal perseguimento paziente del bene comune con risposte di lungo periodo. In parte, è pure l’esito dell’accresciuta preponderanza nelle Organizzazioni internazionali di poteri e gruppi di interesse che impongono le proprie visioni e idee, innescando nuove forme di colonizzazione ideologica, non di rado irrispettose dell’identità, della dignità e della sensibilità dei popoli”. 
Tutto si tiene in questa prospettiva, in questa ricerca di un nuovo umanesimo. Dal vaccino per 25 senza fissa dimora al multilateralismo. Una giornata da incorniciare. 

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