Adesso Pence non esclude di rimuovere Trump dalla presidenza
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Adesso Pence non esclude di rimuovere Trump dalla presidenza

Il vice-presidene non ha escluso il ricorso al 25esimo emendamento e vuole avere tale opzione a disposizione qualora il miliardario razzista diventasse più instabile. 

Donald Trump e Mike Pence
Donald Trump e Mike Pence
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10 Gennaio 2021 - 08.51


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Sarebbe l’extrema ratio nel caso l’idiota andasse fuori di controllo: il vice presidente americano Mike Pence non ha escluso il ricorso al 25esimo emendamento e vuole avere tale opzione a disposizione qualora il presidente Donald Trump diventasse più instabile. 
E’ quanto ha detto alla Cnn una fonte vicina al vice presidente, precisando che l’entourage di Pence teme che ricorrendo al 25esimo emendamento o andando a un nuovo impeachment, Trump possa intraprendere azioni sconsiderate, mettendo a rischio la nazione.
Un’altra fonte ha detto alla Cnn Trump e Pence non si sono ancora parlati dopo l’assalto del 6 gennaio scorso al Congresso da parte dei sostenitori del presidente, costato la vita a cinque morti. Secondo due fonti, Trump sarebbe arrabbiato con Pence e Pence deluso e rattristato con Trump.
Pence è sempre stato uno dei più grandi difensori del presidente, intervenendo spesso per ammorbidire i toni di Trump e fare pressioni per le sue priorità dietro le quinte a Capitol Hill, e sostenendolo pubblicamente nei suoi comizi durante la campagna elettorale.
Al momento, ha detto la fonte vicina al vicepresidente, Pence e i suoi consiglieri puntano a fare da ponte alla prossima amministrazione, adoperandosi per sostenere il team del presidente eletto Joe Biden nella lotta alla pandemia di coronavirus. Ma è ormai diventato chiaro, ha aggiunto, che è necessario tenere sul tavolo l’opzione del 25esimo emendamento in base alle azioni di Trump.
Per invocare il 25esimo emendamento Pence e la maggioranza del governo dovrebbero votare per rimuovere Trump dall’incarico a causa della sua incapacità di “adempiere ai poteri e ai doveri della carica”.
Trump potrebbe contestare tale iniziativa con una lettera al Congresso. Pence e il governo avrebbero quindi quattro giorni per replicare e il Congresso dovrebbe votare: per rimuovere il presidente è necessaria la maggioranza dei due terzi, ossia 67 senatori e 290 membri della Camera.

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