Siamo alla follia pura: Mike Pence si è rifiutato di appoggiare un piano per rovesciare i risultati elettorali, nominando grandi elettori di Donald Trump negli stati chiave dove ha vinto Joe Biden, durante la sessione del Congresso che il vice presidente dovrà presiedere il prossimo 6 gennaio.
E’ quanto è stato rivelato dagli avvocati di Louie Gohmert, il deputato texano che, insieme a 11 Grandi Elettori repubblicani dell’Arizona, ha intentato una causa contro Pence affinché un giudice federale riconosca che il vice presidente ha l’autorità di determinare i Grandi Elettori che devono decidere l’esito delle presidenziali.
Nelle carte presentate per velocizzare il bizzarro precedimento legale, che anche alcuni esponenti repubblicani non hanno esitato a definire “folle”, emerge quindi che alla causa contro Pence si è arrivati dopo che il vice presidente non ha dato il suo sostegno al loro piano, fondato sulla contestazione come incostituzionale della legge a cui dal 1889 il Congresso si riferisce per il conteggio dei voti elettorali.
“In una teleconferenza gli avvocati dei ricorrenti hanno cercato di risolvere con l’accordo la disputa legale, anche riferendo agli avvocati del vice presidente l’intenzione di chiedere un’ingiunzione immediata se non si fosse raggiunto un accordo” si legge nel ricorso di Gohmert che conclude che “queste discussioni non hanno avuto successo”.
Ieri sera, il giudice distrettuale del Texas Jeremy Kernodle ha accolto parzialmente la richiesta chiedendo a Pence di presentare una risposta alla ricorso entro domani e poi a Gohmert una nuova replica entro il primo gennaio. Il giudice comunque non ha accettato di convocare un’udienza.
Di fronte al rifiuto di Donald Trump, e dei suoi irriducibili sostenitori, di riconoscere la sconfitta elettorale, Pence si troverà il 6 gennaio nella difficile posizione di dover presiedere la seduta, a camere congiunte del Congresso, che ratificherà definitivamente la vittoria di Biden.
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