Elezioni Usa, saranno decisive le 80 milioni di schede del voto postale
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Elezioni Usa, saranno decisive le 80 milioni di schede del voto postale

Il voto anticipato scelto da un numero elevato di persone: per Trump si rischiano brogli. Il rischio è che molte schede non arrivino in tempo

Il voto postale negli Usa
Il voto postale negli Usa
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4 Novembre 2020 - 09.57


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Diventa determinante, a questo punto dello spoglio nelle elezioni americane, il “mail voting”, la possibilità di votare alle presidenziali Usa attraverso un documento inviato via posta.

Sono almeno 84 milioni gli americani che hanno scelto questa modalità facendo schizzare in alto l’affluenza di questa tornata elettorale, attorno al 67%, mai così alta da oltre un secolo.

Ma sul “mail voting” c’è stato l’ultimo scontro tra i due candidati con Trump che paventava possibili brogli e Biden che invece invitava tutti ad usarlo.

 

Lo scontro Trump-Biden sul voto postale – La polemica sul “mail voting” si è sviluppata su più fronti. Innanzitutto da parte di Donald Trump, il quale sostiene che il voto postale comporti un alto rischio di brogli a vantaggio dei Dem e per questo ha avvertito che non riconoscerebbe un’eventuale sconfitta paventando che si possa arrivare alla Corte suprema.

Ma non solo: in estate i Dem hanno lanciato a loro volta un allarme sul “mail voting”, opzione tradizionalmente prediletta dal loro elettorato, accusando il numero uno dello US Postal Service (Usps), Louis DeJoy (alleato e donatore di Trump), di agire per sabotare le elezioni con ritardi nelle consegne dei voti postali. Fino ad arrivare agli ultimi giorni: i ritardi del Postal Service sono effettivi, potrebbero volerci fino a 5 o 6 giorni per le consegne (si poteva inviare il voto fino all’ultimo giorno utile) e il rischio è che i voti postali non arrivino in tempo, così i Dem hanno lanciato un appello per bocca di Nancy Pelosi: evitare il “mail voting” e andare a votare di persona.

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Non solo anziani, ecco chi vota via posta – In passato l’uso del voto postale era limitato ad alcune categorie (per esempio gli over 65, persone malate o cittadini che erano fuori dal loro Stato di residenza). Ma recentemente è stato esteso, tanto che nelle presidenziali Usa del 2016 se ne è avvalso circa un quarto degli elettori.

Adesso, circa la metà dei 50 Stati Usa consente il “mail voting” per tutti gli elettori che ne facciano richiesta, indipendentemente dal sussistere di condizioni specifiche come appunto l’età.

Addirittura nove Stati, più Washington D.C., hanno avuto delle cosiddette “all mail elections”, cioè hanno fatto votare soltanto via posta: Utah, Hawaii, Colorado, Oregon, Washington, California, Nevada, New Jersey e Vermont.

 

Il sistema postale sotto accusa – Il “mail voting” è entrato nell’occhio del ciclone anche per il rischio ritardi, una polemica questa guidata dai Dem. Tutto ruota intorno allo US Postal Service (Usps), cioè l’agenzia che si occupa di consegnare i voti espressi via posta: la società sta affrontando dei tagli al budget, per cui si teme che abbia difficoltà a gestire l’enorme quantità di schede, ma al tempo stesso il tycoon ha bloccato ulteriori finanziamenti che erano stati spinti dai Dem (approvati dalla Camera a maggioranza democratica, si sono arenati al Senato a maggioranza Gop).

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I tagli e il buco di bilancio delle Poste Usa – A luglio, subito dopo avere assunto l’incarico a maggio del 2020, il direttore generale delle Poste Usa, Louis DeJoy, ha adottato una serie di cambiamenti: per esempio il taglio degli straordinari e dei viaggi di consegna, nonché lo smantellamento di diverse macchine di smistamento della posta.

Ad agosto le Poste Usa hanno avvertito di un rischio ritardi: i democratici hanno allora accusato DeJoy di avere cambiato le modalità di gestire la posta in modo deliberato per “sabotare le elezioni”.

In risposta, il Postmaster General ha motivato le sue scelte con il buco di bilancio di 160 miliardi di dollari con cui le Poste Usa devono fare i conti, ma ha anche assicurato che “faremo tutto ciò che è in nostro potere per consegnare le schede in tempo”.

Lo Us Postal Service affronta effettivamente un buco di bilancio derivante principalmente dal fatto che, a differenza delle altre agenzie governative, non funziona con i soldi dei contribuenti, bensì conta sulle entrate derivanti dai servizi e, negli ultimi anni, il volume delle consegne ha subito un consistente calo.

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Non va dimenticato, tuttavia, che nella settimana prima di Natale il servizio postale Usa consegna in genere molte lettere: secondo quanto riportano i media Usa circa 2,5 miliardi di lettere, cioè circa 500 milioni di cartoline al giorno.

 

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