Lunedì 19 ottobre, il pubblico ministero della Corte penale di Atene ha chiesto il rilascio condizionale, in attesa del processo di appello, del leader e dei sei quadri del partito neonazista Alba Dorata, condannati a pene dai 10 ai 13 anni di carcere per “guida di un’organizzazione criminale”.
“La Corte deve accettare l’effetto sospensivo dell’appello dei condannati” ha detto il procuratore Adamantia Economou.
In totale, la procura ha chiesto ai tre giudici della Corte di mantenere in libertà una cinquantina di detenuti di Alba Dorata, il 7 ottobre dopo cinque anni e mezzo di processo, ad eccezione di Yorgos Roupakias, l’assassino di un rapper antifascista nel settembre 2013, condannato all’ergastolo. Lo stesso procuratore aveva già chiesto l’assoluzione dei dirigenti di Alba Dorata a dicembre.
Ill Tribunale penale deve decidere martedì o mercoledì se ordinare l’arresto immediato del leader Nikos Michaloliakos e di altri sei dirigenti del partito neonazista condannati per aver guidato una “organizzazione criminale”, nonché di dozzine di altri membri di Alba Dorata condannati per “appartenenza” a tale organizzazione.
Il pubblico ministero ha subito scatenato un putiferio di reazioni. “I nazisti in prigione, nessun ritorno all’impunità”, ha proclamato in un comunicato il movimento antifascista (Keerfa), qualificando la proposta del pubblico ministero come “un dono ai neonazisti”.
Il pm chiede la scarcerazione dei nazisti di Alba Dorata in attesa dell'appello
Il leader e sei quadri del partito di estrema destra, condannati a pene dai 10 ai 13 anni di carcere per "guida di un'organizzazione criminale".
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19 Ottobre 2020 - 19.35
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