Il referendum in Svizzera per “un’immigrazione moderata” è stato respinto con il 63% dei no: è la prima proiezione di SRG SSR sul risultato del primo oggetto in votazione oggi. Il margine d’errore è del +/-3%, ha fatto sapere l’istituto Gfs.
Il quesito era stato soprannominato la Brexit elvetica perché puntava ad abolire l’accordo per la libera circolazione delle persone. Ciò avrebbe portato la Svizzera fuori dall’area di Schengen, di cui la Confederazione elvetica fa parte pur non essendo paese membro dell’Ue.
Nel 1999 Berna e Bruxelles hanno firmato sette accordi bilaterali, poi confermati da referendum in Svizzera. L’accordo sulla libera circolazione, contiene la cosiddetta “clausola ghigliottina”, in base al quale la disdetta di ognuno degli accordi comporta la disdetta di tutti gli altri. La vittoria del No, avrebbe dunque anche un impatto su diversi accordi che riguardano trasporti aerei e terrestri, ricerca, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio e appalti pubblici.
Paese con poco più di 8,6 milioni di abitanti, la Svizzera conta più di due milioni di residenti stranieri. Gli italiani sono più di 640mila, più della metà dei quali con la doppia cittadinanza, senza contare i frontalieri che ogni giorno varcano il confine per andare al lavoro. Ogni giorno lo fanno circa 76mila connazionali ed è significativo che il governo elvetico non abbia mai bloccato il loro ingresso, anche nei giorni più bui dell’epidemia di coronavirus in Lombardia.
Senza i medici e gli infermieri provenienti dall’Italia, la sanità del Ticino si sarebbe trovata in grave difficoltà.
Gli svizzeri non hanno votato oggi solo sulla Brexit elvetica. Secondo i primi rilevamenti, gli elettori hanno approvato anche un congedo di paternità di due settimane e bocciato ulteriori deduzioni fiscali per i figli, mentre rimangono in bilico i referendum per permettere la caccia al lupo e vietare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento.