Caso Navalny, la Russia risponde alla Merkel: "Non c'è ragione per aprire una inchiesta"
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Caso Navalny, la Russia risponde alla Merkel: "Non c'è ragione per aprire una inchiesta"

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, afferma che non ci sono basi per aprire una tale inchiesta in questo momento.

Aleksei Navalny
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25 Agosto 2020 - 11.49


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Risposta negativa della Russia alla richiesta della Cancelliera tedesca per una inchiesta completa e trasparente sull’avvelenamento di Aleksei Navalny. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, afferma che non ci sono basi per aprire una tale inchiesta in questo momento. “Prima -ha aggiunto- è necessario stabilire quale sia esattamente la sostanza” che ha fatto andare in coma l’oppositore.

“Per aprire una inchiesta c’è bisogno di una buona ragione. Per il momento, possiamo dire solo che il paziente è in coma”, ha detto Peskov. Dire che Navalny è stato vittima di un attacco è “rumore per nulla”. A preparare il terreno per le parole di Peskov era stato in mattinata il direttore dell’Istituto di medicina legale per cui ora è “prematuro” trarre conclusioni sulla vicenda di Navalny senza aver prima identificato la sostanza precisa che lo ha fatto stare male. La conclusione dei medici dell’ospedale Charité di Berlino che da sabato curano Navalny sono identiche a quelle degli specialisti dell’ospedale di Omsk in cui l’oppositore era stato ricoverato giovedì della scorsa settimana, ha aggiunto Peskov.
“Se la sostanza viene identificata, e se si stabilisce che si tratta di avvelenamento, allora avremo le basi necessarie per aprire una inchiesta”, ha concluso Peskov.

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