Sui migranti M5s insegue ancora le tentazione leghiste mentre il Mediterraneo...

Macron è corso a Beirut mentre Conte si è fermato a una telefonata rituale al suo omologo di nessun particolare valore nonostante la presenza da tempo di nostri militari di pacificazione sul campo.

Macron e Di Maio
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Nuccio Fava Modifica articolo

7 Agosto 2020 - 17.07


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Sembrano ombre disumane sfilare spettrali lungo le strade della città tutta, a partire dall’immenso cratere creato al centro dell’antico porto . Immagini terribili che ricordano altre scene di devastazione per guerre, carestie e terremoti , addirittura per le tante ragazze e ragazzi impegnati a rimuovere macerie e spessi strati di polvere a ricordarci addirittura anche i tanti generosi giovani italiani accorsi a Firenze durante la spaventosa alluvione del 1966 così efficacemente raccontata da Sergio Zavoli a Tv7.

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Gli angeli del fango appunto che operano anche a Beirut con generosità ed entusiasmo, anche se privi di orientamento e di guide, come inevitabilmente accade in situazioni del genere.
Solo Macron, con l’intuito del vero politico, giunge quasi subito nella città martoriata ed è accolto come riferimento per una possibile ripresa e ricostruzione. Singolarmente credibile ed in grado di dialogare con tutti anche in un contesto politico e civile come quello libanese attraversato da contrasti e crisi profonde da troppo tempo.
Anche il nostro presidente del Consiglio si fa presente con una telefonata rituale al suo omologo di Beirut ritenuta appunto rituale e di nessun particolare valore nonostante la presenza da tempo di nostri militari di pacificazione sul campo.
Sorprende tanta virtuosità di comportamento specie da parte dei giovani ma anche di persone di ogni età sconfortate ed al tempo stesso operose in mezzo a tanta catastrofe. Ma non sufficiente ad impedire ribellione e rabbia certo comprensibili ma che contribuiscono a rendere ancora più difficile una situazione dolorosa e grave. Colpisce tuttavia la credibilità di cui gode il presidente francese, l’accoglienza piena di gratitudine immediata e di riconoscenza per le promesse di aiuto futuro, quasi in rappresentanza di tutta l’Europa che dovrà pur riuscire ad esprimere una qualche scelta significativa per il Libano ovviamente, ma per tutto il Mediterraneo e l’area Mediorientale così fortemente attenzionata ormai da Turchia e Russia.
L’Italia invece traccheggia e litiga sulla politica dei migranti con i 5stelle incerti ed al fondo ancora affascinati da tentazioni leghiste. Eppure il Mediterraneo non solo per tradizione e importanza storica resta luogo centrale anche dei futuri equilibri geopolitici, specie se gli Usa, dopo le catastrofi causate dalla presidenza Trump, riusciranno a riassumere un ruolo di guida politica e ideale del futuro assetto mondiale.

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