Trump, il comizio a Tulsa è un flop e la sindaca di Atlanta attacca: "Imbarazzante"
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Trump, il comizio a Tulsa è un flop e la sindaca di Atlanta attacca: "Imbarazzante"

La sua campagna se ne aspettava almeno 100 mila a Tulsa ma non è riuscita neppure a riempire l'arena indoor da 19 mila posti

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21 Giugno 2020 - 08.21


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Un odiatore che ha costruito le sue fortuna sul razzismo e sull’odiare le minoranze e chiunque si opponesse.

Che poteva fare se non alimentare ancora intolleranza e xenofobia?

Così la sindaca democratica di Atlanta, Keisha Lance Bottoms, ha definito il comizio di Donald Trump a Tulsa “imbarazzante” e un’occasione mancata per sanare le divisioni americane.

“Quel meeting è stato imbarazzante”, ha detto durante un’apparizione sullo stato dell’Unione alla Cnn, “Era assolutamente ciò di cui la nazione non ha bisogno in questo momento. Non ha parlato della cura. Non ha riconosciuto nessuna delle tensioni razziali che stanno accadendo nel nostro Paese. Invece, fa quello che fa sempre. Continua a cercare di dividerci e infiamma davvero il peggio nelle persone. E quindi spero solo che questo sia un buon segno che il Paese si sta allontanando da lui”.

Il presidente si è attirato critiche per aver affermato di aver chiesto al suo “popolo” di rallentare i test per il Covid-19. Gli alleati di Trump hanno spiegato che quello del presidente era un commento ironico. Tuttavia, Bottoms ha detto che ammesso che Trump stesse scherzando, il Covid-19 non è certo un argomento su cui farlo. “Non è il momento di scherzare”, ha affermato, “Anche se fosse uno scherzo, ma non lo era, era uno scherzo inappropriato. Pensate che la gente, le 120.000 famiglie là fuori alle quali mancano i loro cari hanno pensato che fosse divertente? “

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Bottoms è stata indicata come una potenziale vice presidente per Joe Biden. Ha detto di essere pronta a rispondere all`eventuale chiamata del candidato democratico se le fosse chiesto, ma ha aggiunto: “Penso anche che Joe Biden abbia il diritto di scegliere chi vuole al suo fianco e sia il suo vice presidente”.

Il comizio andato male

Se Trump sperava di iniziare la sua campagna elettorale in grande stile, con i consueti bagni di folla cui era abituato 4 anni fa, si è dovuto ricredere: ad attenderlo a Tulsa, città scelta tra mille polemiche a causa dello spregio delle regole di sicurezza contro il Coronavirus, c’era un’arena mezza vuota che ha ridicolizzato le parole del Tycoon, che nei 
giorni scorsi aveva sbandierato che le richieste di partecipazione al comizio erano un milione. La sua campagna se ne aspettava almeno 100 mila a Tulsa ma non è riuscita neppure a riempire l’arena indoor da 19 mila posti: la parte superiore delle tribune era vuota, come non era mai successo prima al tycoon.
Poca la gente fuori, tanto che è stato cancellato il discorso di Trump previsto prima del comizio su un maxi palco allestito all’esterno, davanti al quale si contava di radunare almeno 40 mila persone. Lo staff del presidente ha scaricato la colpa sui media, rei di aver spaventato i suoi supporter con i rischi di contagio (che erano reali), e sui dimostranti, accusati (infondatamente) di aver impedito l’accesso ai fan. E questi sono stati i primi due bersagli anche di Trump.
E questi sono stati i primi due bersagli anche di Trump: “Ci sono persone molto cattive là fuori”, ha arringato, definendo i suoi fan dei ‘guerrieri’ per aver sfidato tutti questi pericoli. Poi ha attaccato i media ‘fake news’ per aver insinuato che potrebbe essere malato perchè all’Accademia di West Point ha sceso le scale in modo incerto (“avevo le scarpe con la suola di cuoio”, si è giustificato) e ha bevuto un bicchiere con due mani. “Se avessi un problema di salute, ve lo direi”, ha assicurato. Quindi ha affrontato il capitolo coronavirus, usando una nuova definizione razzista, ‘Kung Flù, dopo averlo già chiamato il ‘virus cinese. “Ho salvato centinaia di vite umane”, si è vantato, nonostante gli Usa abbiano il primato mondiale di morti (120 mila) e di casi (oltre due milioni).
“Ora ho ordinato di rallentare i test perchè un loro aumento comporta un incremento dei casi”, ha spiegato. Ma il cuore politico del discorso è stato l’attacco frontale a Joe Biden, il rivale in fuga nei sondaggi per la Casa Bianca e che a maggio lo ha superato per la prima volta anche nella raccolta fondi (80 mln): “Il nostro Paese sarà distrutto se verrà eletto. È un burattino in mano alla sinistra radicale”, quella che “assedia la nazione” con le sue proteste, i suoi saccheggi, le sue violenze, l’abbattimento delle statue confederate o di Cristoforo Colombo (“Io, invece, vi dico che amo l’Italia e dico grazie al popolo italiano”), ha accusato, prendendo di mira anche le deputate progressiste Alexandria Ocasio-Cortez e Ilham Omar, evocata insieme al “suo Paese” di origine (la Somalia) anche se è americana. “Ho fatto più io in quattro anni che Biden in 47 per la comunità afroamericana, la giustizia razziale comincerà con il suo pensionamento”, ha rincarato ricordando anche le gaffe dello sfidante. Ma non una parola su George Floyd. In compenso ha promesso che, se sarà eletto, il prossimo sarà l’anno economico più forte di sempre.

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