I rischi di contagio sono elevati e il pericolo è che Trump, da buon sovranista, se ne freghi della salute della gente pur di raggiungere i suoi scopi.
La giudice della Corte distrettuale della Contea di Tulsa Rebecca Nightindale ha respinto il ricorso di un gruppo di cittadini e imprenditori della città dell’Oklahoma contro il comizio di sabato sera di Donald Trump, il primo comizio importante dopo l’epidemia, già slittato per la coincidenza originaria con Juneteenth, il giorno in cui viene commemorata la liberazione degli afroamericani dalla schiavitù.
L’intervento del presidente è in programma al centro congressi di Bok che, con i suoi 19mila posti a sedere, si candida come potenziale nuovo focolaio, in una contea in cui i casi di covid-19 sono in aumento e 700 medici hanno scritto nei giorni scorsi al governatore chiedendogli di bloccare tutti gli assembramenti all’aperto a causa del rischio crescente di nuovi contagi.
Il ricorso chiedeva misure per “proteggere contro un rischio sostanziale, imminente e mortale per la comunità”. Ma sottese al coronavirus vi sono le tensioni razziali nella città che nel 1921 è stata teatro del massacro più grave di tutta la storia americana, con 300 persone uccise dalla violenza dei bianchi.
“Ci sono già persone che dormono per strada con la loro bandiera confederata in attesa della visita di Trump. Questa non è la tappa di una campagna elettorale. Ha già vinto l’Oklahoma. E’ una tattica divisiva per galvanizzare la sua base e lanciare sangue alle sue truppe”, ha denunciato Regina Goodwin, deputata democratica e presidente del Black caucus legislativo dello stato.
Il sindaco repubblicano G.T.Bynum non ha voluto usare i suoi poteri per bloccare il comizio. Ma ha espresso i suoi timori per l’assembramento e non vi parteciperà.
Il governatore, il repubblicano Kevin Stitt, invece ha perfino invitato Trump a fermarsi nel quartiere di Greenwood, teatro del massacro del 1921 e residenza delle persone che hanno presentato il ricorso contro il comizio.
Trump a Greenwood, dove nel fine settimana oltre che Juneteeth si celebra il 99esimo anniversario delle violenze del 1921, è tutt’altro che gradito. “La maggior parte di questa comunità non vuole una visita del Presidente fino a che non sarà in grado di dimostrare rispetto per quella che una volta era la comunità nera più ricca della diaspora africana. Greenwood è un posto sacro da generazioni non solo per gli afroamericani, ma per i neri americani in generale “, ha spiegato Nehemiah Frank, direttore del Black Wall Street Times.
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