In Italia si possono toccare tante cose. Ma il calcio no. E così una battuta del serio infettivologo ha scatenato una bufera che, obiettivamente, è andata ben oltre le intenzioni di Rezza.
“Da romanista manderei tutto a monte…”. Sta facendo il giro dei social la frase del direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Gianni Rezza, che, nel corso della conferenza stampa (seguitissima) della Protezione civile, rispondendo a una domanda sulla ripresa del campionato di calcio, si è lasciato andare a una battuta che non è piaciuta ai tifosi laziali.
Messo da parte lo scherzo ‘calcistico’, Rezza ha poi argomentato tecnicamente la sua opinione, spiegando come sia complicato gestire il rischio di trasmissione in uno sport che implica contatti e chiarendo che comunque “sta alla politica decidere”.
Ha detto il medico: “Non mi pare che il Comitato tecnico scientifico si sia espresso. Certo lo sport implica contatti che possono implicare un certo rischio di trasmissione. Qualcuno proponeva un monitoraggio più stretto per i calciatori, mi sembra un’ipotesi un po’ tirata: siamo quasi a maggio, io come parere tecnico non darei un parere favorevole, ma sta alla politica decidere”.
L’uscita dell’esperto ha però scatenato immediatamente la reazione di decine di utenti twitter, finendo su tutti i siti del mondo laziale e romanista.
La reazione rabbiosa della Lazio
Le parole di Rezza? Alle volte il tifo colpisce anche gli scienziati e dà alla testa… Scienziati che sarebbero molto più utili se invece di occuparsi di queste cose trovassero un modo per fronteggiare efficacemente il virus”. Non sono affatto piaciute ad Arturo Diaconale, responsabile comunicazione della Lazio, le parole del professor Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che “da romanista” ha affermato che manderebbe “a monte” un campionato di serie A che vede la squadra biancoceleste al secondo posto in classifica ad un solo punto dalla capolista Juventus. “Gli scienziati – ha detto Diaconale – facciano gli scienziati e non i tifosi”.”E sarebbe davvero auspicabile – aggiunge Diaconale – che, invece di alimentare polemiche calcistiche di cui non si sente il bisogno, si dedicasse ogni energia alla ricerca di una cura o di un vaccino che possa arrestare il contagio”.
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