La Svezia sta seguendo un modello completamente diverso da quasi tutto il resto del mondo, non esente da critiche ma che si sposa con una ‘filosofia’ di vita svedese, riassumibile nel termine ‘folkvett‘, traducibile come ‘il senso morale che ci si aspetta da ogni persona, anche senza che glielo si insegni’. La parola è stata utilizzata durante il discorso alla nazione del primo ministro Stefan Löfven.
Il folkvett è una qualità cui gli svedesi credono molto, e che, unito a una fiducia -impressionante per gli standard europei – che i cittadini hanno nel governo, in qualche modo giustifica l’approccio del paese alla minaccia della pandemia. Mentre nella confinante Norvegia è stato imposto il lockdown, a Stoccolma i locali sono aperti e la gente esce per strada, limitandosi a rispettare le raccomandazioni date dal governo: rispettare la distanza sociale, evitare gli assembramenti, lavarsi le mani, ecc…Insomma, le regole che seguivamo qui in Italia a emergenza iniziata, a febbraio.
Tra le uniche imposizioni del governo ci sono state la chiusura delle scuole (peraltro non tutte, ma solo quelle dai 16 anni in su) e delle Università, il divieto di assembramento superiore a 50 persone (con previsione di multe e persino reclusione); hanno raccomandato il distanziamento sociale dagli anziani (niente visite negli ospizi) e il rispetto di distanze minime nei supermercati ed in altri luoghi al chiuso. Per il resto la società e l’economia svedese restano “aperte” ed ai cittadini è stato chiesto di essere “responsabili” per evitare ogni occasione di contagio. I dati aggiornati sembrano ancora dare ragione alla strategia svedese”.
In realtà però i numeri svedesi non sono così bassi da giustificare questo approccio, che molti (anche in Svezia) giudicano irresponsabile: ad oggi, i casi in Svezia sono 6.122 e i morti 351. Una media simile a paesi come Irlanda, Norvegia (dove i morti sono solo 54, ma il lockdown è attivo), o il Lussemburgo, che hanno comunque applicato delle norme molto più stringenti.
Infatti, la comunità italiana in Svezia, composta da 35mila persone, non nasconde la sua preoccupazione: L’ambasciatore italiano Mario Cospito ha spiegato infattic che “i nostri connazionali guardano i canali televisivi italiani, leggono i nostri quotidiani e ricevono notizie da parenti ed amici in Italia. È evidente che ciò scatena ansia e preoccupazioni per se stessi e per i propri cari che vivono in Svezia e quindi si è portati a chiedere misure più restrittive come quelle italiane. A ciò si aggiunge l’angoscia di non ricevere adeguate cure nel caso si manifestino sintomi tipici del Covid-19 in quanto in Svezia si viene testati solo quando si è ricoverati in ospedale: cosa che avviene in presenza di sintomi gravi e manifesti”.
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