La faccia tosta di Recep Tayyip Erdogan non ha davvero confini: dopo aver inviato a sostegno di Serraj le sue truppe di mercenari con le mani ancora sporche del sangue del popolo curdo, il sultano torna a ricattare l’Unione Europea (dove scalpitava per entrare): “l’Europa dovrà affrontare una nuova serie di problemi e minacce se il governo legittimo libico dovesse cadere”.
Erdogan, lo stesso che ha invaso il Rojava e massacrato il popolo curdo e liberando membri dell’Isis tenuti sotto custodia dalle milizie del Ypg, continua poi a blaterare di come “la potenziale incapacità dell’Ue di sostenere in modo adeguato il governo di accordo nazionale libico sarebbe un tradimento dei suoi valori fondamentali, tra cui democrazia e diritti umani: lasciare la Libia alla mercé di un signore della guerra (Khalifa Haftar) sarebbe un errore di proporzioni storiche”.
Parlando delle minacce cui l’Europa andrebbe incontro nel caso in cui il governo di Tripoli dovesse cadere, Erdogan scrive: “Le organizzazioni terroristiche come Isis e Al Qaeda, che hanno subito una sconfitta militare in Siria ed in Iraq, troveranno un terreno fertile per rimettersi in piedi. Tra l’altro, alcuni gruppi che condividono ampiamente l’ideologia di queste organizzazioni terroristiche, tra cui Madkhali-Salafis, combattono al fianco di Haftar. Se il conflitto aumenta, la violenza e l’instabilità alimenteranno anche l’immigrazione irregolare verso l’Europa”.
In questo contesto, secondo il presidente turco, “la guerra civile in Libia rappresenta la prova del nove per l’Ue…i nostri amici ed alleati devono capire che non possono cambiare il mondo solo lamentandosi ed esprimendo preoccupazione. Il diritto internazionale, la democrazia e i diritti umani non possono essere difesi se non ci si assume qualche responsabilità”.
La Ue, suggerisce Erdogan, “deve dimostrare al mondo che è un attore importante nella scena internazionale: la prossima conferenza di Berlino è un passo avanti molto significativo verso quell’obiettivo. Ma i leader europei dovrebbero parlare di meno e concentrarsi di più sui passi concreti da prendere”.
L’Europa “si trova ad un crocevia e in questa fase storica – chiosa il presidente turco – coloro che lavorano per la pace devono essere coraggiosi e fare tutto quello che è in loro potere per mettere fine alla violenza. L’Europa può contare sulla Turchia, vecchio amico e leale alleato, per raggiungere questo obiettivo”.
Erdogan, l'avvertimento-minaccia all'Ue: "Se cade Serraj arriva il terrorismo"
Lo stesso che ha invaso il Rojava e massacrato il popolo curdo, liberando anche molti membri dell'Isis, ora blatera di diritti umani e fa la lezioncina all'Ue
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18 Gennaio 2020 - 10.55
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