La lettera delle donne curde al mondo: "Combatteremo fino alla pace, alla libertà, alla giustizia"
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La lettera delle donne curde al mondo: "Combatteremo fino alla pace, alla libertà, alla giustizia"

Nel documento, pubblicato da Repubblica, si chiede di fermare l'offensiva della Turchia: "Siamo determinate a combattere"

Combattente curda
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14 Ottobre 2019 - 07.04


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“Come donne siamo determinate a combattere fino a quando non otterremo la vittoria della pace, della libertà e della giustizia”. Le donne curde si rivolgono al mondo, mentre assistono all’avanzare delle truppe di Erdogan nel loro territorio e cercano di fermarle. Chiedono che la comunità internazionale agisca affinché venga posta fine all’ “invasione e dell’occupazione della Turchia nella Siria del nord”. Lo fanno con una lettera intitolata “A tutte le donne e ai popoli del mondo che amano la libertà”.

Il testo è stato pubblicato da Repubblica ed è la testimonianza della situazione che oggi si trovano a fronteggiare i curdi che abitano nella Siria del nord, da quando il territorio dove vivono è ostaggio dell’offensiva della Turchia.

Nel testo si legge:

“Vi stiamo scrivendo nel bel mezzo della guerra nella Siria del Nord-Est, forzata dallo Stato turco nella nostra terra natale. Stiamo resistendo da tre giorni sotto i bombardamenti degli aerei da combattimento e dei carri armati turchi.
Abbiamo assistito a come le madri nei loro quartieri sono prese di mira dai bombardamenti quando escono di casa per prendere il pane per le loro famiglie. Abbiamo visto come l’esplosione di una granata Nato ha ridotto a brandelli la gamba di Sara di sette anni, e ha ucciso suo fratello Mohammed di dodici anni”.

Le testimonianze non si fermano qui. Nel documento si legge degli attacchi aerei che stanno distruggendo i villaggi, delle persone che sono costrette alla fuga, ma anche della resistenza, senza sconti, che i curdi hanno stanno mettendo in atto. Quindi l’appello alla comunità internazionale, affinché si adoperi per fermare la Turchia. Le donne curde hanno stilato una serie di richieste, tra queste lo stop alla vendita delle armi a Erdogan. Una misura che alcuni Paesi Ue hanno già messo in campo. Tra questi per il momento non c’è l’Italia.

Leggi anche:  I pacifisti ai sindacati: "Il no alle spese militari sia pilastro dello sciopero generale

Questi gli interventi richiesti:

– Fine dell’invasione e dell’occupazione della Turchia nella Siria del nord
– Istituzione di una No-Fly zone per la protezione della vita dela popolazione nella Siria del nord e dell’est
– Prevenire ulteriori crimini di guerra e la pulizia etnica da parte delle forze armate turche
– Garantire la condanna di tutti i criminali di guerra secondo il diritto internazionale
– Fermare la vendita di armi in Turchia
– Attuare sanzioni economiche e politiche contro la Turchia
– Adottare provvedimenti immediati per una soluzione della crisi politica in Siria con la partecipazione e la rappresentanza di tutte le differenti comunità nazionali, culturali e religiose in Siria.

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