“Sono qui a parlare a nome delle generazioni future. Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono i buchi dell’ozono, ho paura di respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche contiene. E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre. Quando avevate la mia età vi preoccupavate forse di queste cose? Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, e mi chiedo se siete coscienti che non le avete neppure voi”. Le parole non sono di Greta Thunberg ma di Severn Cullis-Suzuki, giovane attivista canadese, pronunciate ben 27 anni fa.
Era il 1992, quando Severn Cullis-Suzuki, che aveva solo 12 anni, parlò al vertice della Terra di Rio de Janeiro, diventando famosa come “la bambina che zittì il mondo per 6 minuti” (tanto durò il suo discorso alle Nazioni Unite). Come Greta, anche Cullis-Suzuki era preoccupata degli effetti del cambiamento climatico e il discorso fu molto appassionato, proprio come quello tenuto dalla Thunberg al vertice Onu di New York sui cambiamenti climatici, lo scorso 23 settembre.
Se Greta abbia preso spunto dalla Cullis-Suzuki è difficile dirlo; di certo alcuni passaggi dei due discorsi sono molto simili. Entrambe, sottolineano una forte preoccupazione per il futuro del pianeta nonostante la loro favorevole condizione di vita (“In Canada, viviamo una vita privilegiata” ma “abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare un po’ della nostra ricchezza” sono le parole di Cullis-Suzuki; “Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, senza considerare che io sono tra i ragazzi fortunati” dice Greta). E poi c’è la delusione; la delusione verso i grandi; verso coloro che dovrebbero proteggere i propri figli garantendogli un futuro.
“Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere” dice Cullis-Suzuki e il rischio “non è accettabile per noi che vivremo le conseguenze” aggiunge Greta che, davanti ai leader mondiali, va giù pesante anche con cifre e numeri per dire che ci resta poco tempo per agire. E così, nel 1992, la prima provocazione ai decisori politici: “Ciò che voi state facendo mi fa piangere la notte. Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole” e Greta, 27 anni dopo, avverte: “Lo sguardo delle future generazioni è sopra di voi”.
“Giusto richiamare il precedente. Il suo intervento fu straordinario e seppe toccare in maniera sopraffina tutti gli argomenti, dalla biodiversità alle estinzioni, dalla povertà alla fame nel mondo” commenta all’AdnKronos, Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf, che ricorda bene il discorso di Severn Cullis-Suzuki. Bologna, infatti, nel 1992 era al vertice di Rio de Janeiro come esperto non governativo all’interno della delegazione italiana.
Severn, ricorda Bologna, “a differenza di Greta, che ha mobilitato milioni di giovani in tutto il mondo, non aveva questo grande movimento alle spalle, ma veniva da una famiglia molto impegnata: figlia di David Suzuki, grande genetista ambientale, e della scrittrice Tara Elizabeth Cullis. Il suo intervento fu molto bello, scritto molto bene e lei lo lesse con grande fermezza e convincimento. Tutti rimasero colpiti per la franchezza con cui seppe esprimere il punto di vista dei giovani su quegli argomenti. Sono passati 27 anni ma quelle problematiche ambientali non sono state risolte”.