Il Papa e il Grande Imam firmano il "Documento sulla fratellanza umana"
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Il Papa e il Grande Imam firmano il "Documento sulla fratellanza umana"

Una giornata storica ad Abu Dhabi nel rilancio del dialogo tra cristianesimo e Islam.

Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib
Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib
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4 Febbraio 2019 - 16.14


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Pace, fratellanza, tolleranza e accoglienza. Ovunque nel mondo, nel rispetto di tutti gli uomini e di tutte le religioni. E soprautto mai, mai, mai violenze e sopraffazioni nel nome di Dio.
Quella che è accaduta ad Abu Dhabi è stata una giornata storica con la sottoscrizione del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib.
Quasi un nuovo inizio di un dialogo e di una comprensione ancora più stringente tra cristianesimo e Islam
Il discorso di Francesco
“Senza libertà non si è più figli della famiglia umana ma schiavi”. Papa Francesco lo sottolinea negli Emirati Arabi Uniti, durante l’intervento al Founder’s Memorial di Abu Dhabi per l’incontro interreligioso con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib, spiegando che “se crediamo nell’esistenza della famiglia umana, ne consegue che essa in quanto tale va custodita” e “come in ogni famiglia, ciò avviene anzitutto mediante un dialogo quotidiano ed effettivo”.
Un dialogo, chiarisce il Pontefice, che “presuppone la propria identità, cui non bisogna abdicare per compiacere l’altro. Ma al tempo stesso domanda il coraggio dell’alterità, che comporta il riconoscimento pieno dell’altro e della sua libertà e il conseguente impegno a spendermi perché i suoi diritti fondamentali siano affermati sempre, ovunque e da chiunque”.
Tra le libertà, prosegue il Papa, “vorrei sottolineare quella religiosa. Essa non si limita alla sola libertà di culto, ma vede nell’altro veramente un fratello, un figlio della mia stessa umanità che Dio lascia libero e che pertanto nessuna istituzione umana può forzare, nemmeno in nome suo. Il coraggio dell’alterità è l’anima del dialogo, che si basa sulla sincerità delle intenzioni. Il dialogo è infatti compromesso dalla finzione, che accresce la distanza e il sospetto: non si può proclamare la fratellanza e poi agire in senso opposto. Ciascuno gode del diritto alla libertà”.
Costruire insieme l’avvenire
“Non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro”. E’ quanto avverte Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti, durante l’intervento al Founder’s Memorial di Abu Dhabi per l’incontro interreligioso con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib, osservando che “le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace”.
Suggerisce il Pontefice: “Alla celebre massima antica ‘conosci te stesso’ dobbiamo affiancare ‘conosci il fratello’: la sua storia, la sua cultura e la sua fede, perché non c’è conoscenza vera di sé senza l’altro. Da uomini, e ancor più da fratelli, ricordiamoci a vicenda che niente di ciò che è umano ci può rimanere estraneo. È importante per l’avvenire formare identità aperte, capaci di vincere la tentazione di ripiegarsi su di sé e irrigidirsi”.
In tal senso, spiega il Papa, “investire sulla cultura favorisce una decrescita dell’odio e una crescita della civiltà e della prosperità: educazione e violenza sono inversamente proporzionali. La giustizia – aggiunge Francesco – è la seconda ala della pace, la quale spesso non è compromessa da singoli episodi, ma è lentamente divorata dal cancro dell’ingiustizia. Pace e giustizia sono inseparabili: la pace muore quando divorzia dalla giustizia, ma la giustizia risulta falsa se non è universale. Una giustizia indirizzata solo ai familiari, ai compatrioti, ai credenti della stessa fede è una giustizia zoppicante, è un’ingiustizia mascherata
Tutte le fedi devono avere diritto di cittadinanza
“In tutta l’amata e nevralgica regione mediorientale, auspico opportunità concrete di incontro: società dove persone di diverse religioni abbiano il medesimo diritto di cittadinanza e dove alla sola violenza, in ogni sua forma, sia tolto tale diritto”. E’ l’esortazione di Papa Francesco, negli Emirati Arabi Uniti, durante l’intervento al Founder’s Memorial di Abu Dhabi per l’incontro interreligioso con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyib.
Il Pontefice auspica “una convivenza fraterna, fondata sull’educazione e sulla giustizia; uno sviluppo umano, edificato sull’inclusione accogliente e sui diritti di tutti”, spiegando che “questi sono semi di pace, che le religioni sono chiamate a far germogliare. Ad esse, forse come mai in passato, spetta, in questo delicato frangente storico, un compito non più rimandabile: contribuire attivamente a smilitarizzare il cuore dell’uomo”.
Avverte il Papa: “La corsa agli armamenti, l’estensione delle proprie zone di influenza, le politiche aggressive a discapito degli altri non porteranno mai stabilità. La guerra non sa creare altro che miseria, le armi nient’altro che morte”. E cita alcune crisi attuali: “Penso in particolare allo Yemen, alla Siria, all’Iraq e alla Libia. Insieme, impegniamoci contro la logica della potenza armata, contro la monetizzazione delle relazioni, l’armamento dei confini, l’innalzamento di muri, l’imbavagliamento dei poveri. Dio – ricorda Francesco – sta con l’uomo che cerca la pace”.

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