Non ci interessano le dimensioni del pene di Trump ma i danni che fa all'umanità
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Non ci interessano le dimensioni del pene di Trump ma i danni che fa all'umanità

Le anticipazioni del libro di Stormy Daniels su Donald Trump, riportate dalla stampa, sono un grottesco simbolo dell'indecenza dei nostri tempi

Donald Trump e Stormy Daniels
Donald Trump e Stormy Daniels
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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

18 Settembre 2018 - 20.25


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Scendere in difesa di Donald Trump non è piacevole, ma di fronte alla piega grottesca che ha preso tutta la storia di Stormy Daniels, la pornostar che – dicevano – avrebbe messo in ginocchio la Casa Bianca, non si può rimanere indifferenti.

Un piccolo ripasso: Stormy Daniels, nome d’arte di Stephanie A. Gregory Clifford, è una pornostar che qualche mese fa ha rivelato di essere stata pagata da Trump per non diffondere i particolari di una relazione particolarmente spinta che avrebbe avuto con presidente degli Stati Uniti. La notizia, che a noi italiani fa solo sorridere abituati come siamo a un ventennio di bunga bunga, per gli americani democratici è stato come un dono del cielo. Stiamo, d’altronde, parlando del popolo che ha sganciato due ordigni atomici con nonchalance ma che si è scandalizzato quando Monica Lewinski si è trattenuta un po’ troppo sotto la scrivania dello Studio Ovale. 

E così Stormy doveva diventare la tempesa che avrebbe travolto Donald Trump, lo scandalo del secolo, tanto da meritare addirittura una copertina del Time. Inutile dire che Trump è ancora lì, l’impeachment è una chimera con cui ai democratici piace trastullarsi per sopperire alla mancanza di buone idee (come se tra lobby delle armi, danni ambientali, bambini separati dai genitori e frodi fiscali ci fosse anche bisogno di scegliere) e che Stormy Daniels si è rivelata, infine, per quello che è: una gran approfittatrice.

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Perché rivelare alla stampa alcune anticipazioni del suo ultimo libro, in cui descrive per filo e per segno la fisionomia senza pantaloni di Donald Trump – che vi risparmiamo, almeno noi – è una mossa subdola, sleale e che non ha nulla, nulla da invidiare a quello stesso Trump che parlava di ‘grab the pussy’ in riferimento alla vagina delle donne. Disgustoso, grottesco e, tristemente, figlio di questi tempi. 

Forse è parte anch’esso della presidenza Trump: una così gigantesca voragine di decenza alla presidenza porta inevitabilmente a un decadimento dei costumi generali, o non si spiega l’enorme numero di persone che è corsa a prenotare il libro, curiosa di scoprire cosa nasconda Trump nelle mutande. Ci dovrebbe essere un limite alla morbosità umana. E certa stampa, anche seria, che ha pensato bene di riportare le anticipazioni, in questo caso dovrebbe solo vergognarsi. 

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