Le vecchie amicizie, anche se pericolose, non si scordano. Oggi Silvio Berlusconi sarà ad Ankara, su invito ufficiale del Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, per partecipare alla cerimonia di insediamento.
L’invito – fanno notare fonti di Forza Italia – costituisce un riconoscimento dell’ampio contributo fornito dal presidente Berlusconi allo sviluppo delle relazioni tra la Turchia e l’Italia, nonché del legame personale di amicizia con il Presidente Erdogan. Non proprio una medaglia da appuntarsi al bavero, tuttavia.
Tanto che la situazione dittatoriale in Turchia peggiora di ora in ora. Alla vigilia dell’annunciata fine dello stato d’emergenza post-golpe, in Turchia non si fermano gli arresti di massa con accuse di terrorismo. Nell’ultima settimana, riferisce il ministero degli Interni di Ankara, sono 1.027 le persone finite in manette in tutto il Paese. In gran parte (885) si tratta ancora di sospetti membri della presunta rete golpista di Fethullah Gulen, a quasi due anni dal fallito putsch. Altri 88 sono finiti in manette con l’accusa di legami con il Pkk curdo. Detenuti anche 51 supposti membri dell’Isis e 3 di gruppi illegali di estrema sinistra. Sotto lo stato d’emergenza, stima l’Onu, le persone arrestate in Turchia sono state almeno 160 mila.
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