Si alza la tensione intorno al conflitto siriano. Almeno un cacciatorpediniere Usa con missili guidati – rende noto il Wall Street Journal – sta navigando verso la costa della Siria, dopo che Donald Trump ha anticipato una risposta forte contro il regime di Bashar al Assad per l’attacco con armi chimiche di Douma. Detto fatto, quindi. Trump aveva promesso una risposta “forte” all’attacco chimico di tre giorni fa a Douma, attribuito alle forze del regime. Ed eccola.
In un incontro nella notte italiana con i leader militari americani, il presidente ha ribadito: “Prenderemo una decisione stasera o comunque a breve. Non possiamo permettere che questo accada nel mondo, soprattutto quando siamo in grado, grazie alla potenza degli Stati Uniti, di fermare tutto questo”. “Siamo la più grande forza combattente nel mondo – ha rivendicato ancora Trump, rivolto ai militari – Questi uomini e queste donne sono persone incredibili, dal talento incredibile. E stiamo prendendo decisioni a proposito di cosa fare con l’attacco orribile avvenuto nei pressi di Damasco. E risponderemo, risponderemo con la forza. Non dico quando, perché non mi piace parlare dei tempi”.
E intanto è arrivata una seconda telefonata in due giorni con Emmanuel Macron. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti e il presidente francese hanno avuto ieri un colloquio telefonico – dopo quello di domenica – “per continuare il loro coordinamento nella risposta all’atroce uso di armi chimiche da parte della Siria”. “Il presidente si sta consultando in maniera stretta con alleati e partner per definire la risposta adeguata. Come il presidente ha detto chiaramente, ci sarà un prezzo da pagare”, aveva detto ieri Sarah Sanders, portavoce della Casa Bianca. “Esortiamo tutti i membri della comunità internazionale a condividere ogni informazione relativa a questo attacco” per evidenziare “le responsabilità degli autori” dell’attacco contro i civili a Douma. “In questo momento, gli Stati Uniti non stanno conducendo raid aerei in Siria”, aveva aggiunto, evidenziando che “la manifestazione della volontà di rimuovere le nostre truppe” dalla Siria “non riduce assolutamente la nostra abilità” di agire nei confronti dei responsabili dell’attacco. “E’ oltraggioso dire che il presidente abbia favorito azioni come quelle che si sono verificate negli ultimi giorni”, aveva detto ancora la portavoce contestando le affermazioni di chi ritiene che il disimpegno militare preannunciato dall’amministrazione abbia favorito operazioni del regime di Assad. A chi ipotizza un atteggiamento mutato di Trump nei confronti del presidente russo Vladimir Putin (“Il presidente Putin, la Russia e l’Iran sono responsabili per il loro sostegno ad Assad l’Animale”, ha scritto in un tweet l’inquilino della Casa Bianca), Sanders ha replicato che “il presidente è sempre stato duro nei confronti della Russia. Questa amministrazione è stata più dura nei confronti della Russia rispetto alle precedenti”.
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