A presiedere il programma della Cambridge Analytica che aveva l’obiettivo di raccogliere i dati di Facebook per creare profili elettorali era l’ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon. Lo ha detto, in una intervista al Washington Post, Chris Wyle, ex dipendente della società che, con le sue rivelazioni, ha messo a nudo il caso della raccolta illecita di dati personali (rastrellati attraverso la piattaforma social Facebook) poi utilizzati in campagne per la manipolazione del voto.
Steve Bannon è stato vice presidente e segretario di Cambridge Analytica fino a quando non si è dimesso per gestire la campagna Trump ad agosto 2016.
Secondo quanto riferito da Wylie al WP, il programma ha testato varie frasi, tra cui alcune usate nella campagna presidenziale di Donald Trump, come “drenare la palude” e “stato profondo”, come un meccanismo di persuasione dell’elettorato.
Wylie ha anche rivelato al Washington Post che la società nel 2014 ha speso quasi un milione di dollari per i dati da acquisire – inclusi i profili di Facebook – e la spesa è stata approvata da Bannon.
“Dovevamo convincere Bannon ad approvare tutto a questo punto: Bannon era il capo di Alexander Nix”, ha detto Wylie, riferendosi al Ceo della società, sospeso martedì dopo gli scoop che hanno dimostrato la capacità potenziale di corruzione e manipolazione di Cambridge Analytica.
“Alexander Nix non aveva l’autorità per spendere tanti soldi senza approvazione”, ha detto ancora Wyle.
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