Aceh, una regione molto conservatrice dell’Indonesia, sta seriamente considerando la reintroduzione della decapitazione come pena per l’omicidio, riporta il Guardian.
Aceh è la sola provincia a maggioranza mussulmana in Indonesia cui il governo centrale ha dato l’autorizzazione a praticare la sharia, ovvero la legge islamica, per porre fine a una guerra decennale per l’indipendenza. Come conseguenza, la religione islamica è ormai la legge anche per chi mussulmano non è, come dimostrano gli episodi vergognosi di fustigazioni pubbliche per omosessuali, adultere e giocatori d’azzardo.
Syukri M Yusuf, capo della sharia, ha dichiarato che “la decapitazione è la pena più in linea con la legge islamica e causerà un effetto deterrente: lo facciamo per salvare esseri umani”.
Secondo Yusuf, infatti, la pena per decapitazione servirà da monito e il crimine, di conseguenza, diminuirà notevolmente, fino a scomparire. Ha inoltre indicato l’Arabia Saudita come paese esempio da seguire.
L’Indonesia ha già la pena di morte per i crimini di omicidio e traffico di droga. L’ultima esecuzione risale al luglio del 2016, quando tre uomini nigeriani e un indonesiani sono stati fucilati nella prigione di Nusa Kambangan.