Accuse incrociate tra russi e americani sempre più divisi sulla Siria: la situazione dei “civili a Raqqa è una catastrofe umanitaria” della quale Mosca accusa il Dipartimento di Stato e il Pentagono.
Il rappresentante ufficiale del ministero della Difesa della Russia, generale Igor Konashenkov ha sottolineato che “la situazione a Raqqa è in netto contrasto con il progresso della ricostruzione ad Aleppo e in altre decine di città siriane, liberate dai terroristi. Oggi, chiunque può venire ad Aleppo e vedere come vengono ripristinate le imprese, le aree residenziali, i mercati, le stazioni, gli aeroporti, le istituzioni mediche e scolastiche”. Aleppo il 22 dicembre 2016 è passata sotto il controllo delle truppe governative.
L’alto ufficiale ha sottolineato che a Raqqa “l’aviazione della coalizione ha distrutto oltre l’80% degli edifici. Le strade sono ancora tra le macerie sotto le quali i corpi dei civili uccisi sono stati disintegrati. Nelle aree residenziali non c’è approvvigionamento idrico, le reti elettriche non funzionano, nonostante il fatto che la liberazione sia avvenuta già da sei mesi. Ogni giorno ci sono esplosioni di munizioni e ordigni improvvisati, che sono disseminati tra le rovine della città”.
Konashenkov ha aggiunto inoltre che “una parte significativa dei sopravvissuti sono adolescenti, donne e anziani, che cercano di trovare tra i detriti parenti defunti o elementi essenziali per i sopravvissuti. Oggi a Raqqa ci sono solo 40 mila abitanti. Mentre al momento del bombardamento, della coalizione, vivevano più di 200 mila civili. Tuttavia, nonostante una situazione così disastrosa, il Dipartimento di Stato americano e il Pentagono hanno annunciato ufficialmente che non prendono nemmeno in considerazione programmi per ripristinare le infrastrutture della città”.