”Keep our dream alive”, mantenere vivo il nostro sogno. E’ stato questo il nome dato ad un evento organizzato, lungo la tormentata frontiera tra Stati Uniti e Messico, in attesa che, come promesso dal presidente Trump, in campagna elettorale, una barriera alta ed invalicabile venga eretta tra i due Paesi per fermare l’esodo di migliaia di disperati, di ”latinos”, come vengono chiamati tutti coloro che vengono dal sud.
Un sogno che per vivere ha bisogno, tutto sommato, di poche cose e sono queste che l’evento, appunto ”Keep our dram alive”, organizzato in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’Uomo, ha voluto ricordare.
Perché basta poco, anche un semplice sguardo, rubato tra le barre della barriera che esiste già, può fare rinascere la speranza di riunire famiglie oggi divise da una scelta politica che ha prevalso su altre motivazioni.
E basta una fotografia, scattata a Ciuad Juarez, a raccontare più di mille parole, come quella che ritrae un uomo che, dalla parte messicana del confine e sotto l’occhio degli agenti di frontiera, solleva la figlioletta di pochi mesi per consentire alla moglie, che sta dall’altro lato, di carezzarla spingendo le dita al di là dell’acciaio. Una fotografia che forse rende inutile ogni commento.