Si è svegliato anche il Parlamento Europeo che in sessione plenaria a Strasburgo ha dichiarato che “i valori fondamentali dell’Ue sono a rischio in Polonia”. Dopo la marcia nazifascista dei 60mila a Varsavia la misura è stata superata. Con 438 voti a favore, 152 contrari e 71 astensioni si è deciso per una richiesta formale al Consiglio perché attivi il meccanismo preventivo previsto dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea. Ovvero la sanzione più grave nei confronti di uno Stato membro che violi i valori fondamentali elencati all’articolo 2: la sospensione del diritto di voto in Consiglio. Sarà ora la commissione libertà civili del parlamento a dover formulare una “proposta ragionata” da presentare al Consiglio.
Gli eurodeputati parlano di un “chiaro rischio di una seria violazione” e hanno dato voce a preoccupazioni riguardo la separazione dei poteri, l’indipendenza del sistema giudiziario e i diritti fondamentali. In particolare, il Parlamento ha invitato la Polonia a non procedere con le nuove leggi sul sistema giudiziario, a sospendere immediatamente l’abbattimento degli alberi nell’antica foresta di Bialowieza, come sancito dalla Corte di giustizia dell’Ue, a rispettare il diritto di libertà di assemblea, a condannare “la marcia xenofoba e fascista che si è svolta a Varsavia” lo scorso 11 novembre e a fornire sistemi contraccettivi liberi e accessibili alle donne senza discriminazione e rendendo disponibile senza prescrizione medica la contraccezione d’emergenza
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