Non si placano le proteste negli Usa contro l’ultimo provvedimento di Trump sull’immigrazione, il cosidetto Muslim ban, anche sui social.
“Questa è la mia adorata nonna. @realDonaldTrump, a lei sembra che sia una terrorista?”. Così Ellham Khatami, nata e cresciuta negli Stati Uniti, pubblica una foto insieme alla nonna per la quale non potrà più garantire per avere un visto di ingresso negli Stati Uniti. E la dirigente del National Iranian American Country non è l’unica americana originaria di uno dei sei Paesi – Iran, Somalia, Sudan, Libia, Siria, Yemen – a pubblicare, con l’hastag #GrandparentsNotTerrorists, foto dei “nonni pericolosi”.
L’amministrazione Trump ha infatti interpretato in modo restrittivo l’indicazione della Corte Suprema che ha ristabilito il travel ban per i cittadini di questi Paesi a meno che non abbiano una “relazione comprovata” con un individuo o un ente in America. Ed ha ritenuto che i rapporto di parentela con zii e cugini, ma anche con i nonni, non rientri in questo tipo di relazione.
E dopo le manifestazioni di piazza, i ricorsi legali già partiti, è arrivata l’ironia amara sui social media con le foto di nonni e nonne che giocano o abbracciano i loro nipoti lontani e la domanda rivolta a Trump: “le sembrano pericolosi a lei?”
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