Chissà cosa spinge molta gente a dedicarsi al “turismo dell’orrore”. E se anche si trattasse della curiosità di vedere i luoghi nei quali c’è stata una sciagura o un omicidio almeno il buonsenso per portare un fiore o per un minuto di raccoglimento. E invece no. Amatrice, Rigopiano, Costa Concordia in italia.
Ma adesso anche a Londra: mani diverse hanno scritto i cartelli di divieto di selfie appesi poi davanti alla Grenfell Tower di Londra, il grattacielo del tragico rogo. La preghiera dei residenti, accanto alla parete dedicata ai messaggi di appello per gli scomparsi e le preghiere. “Grenfell è una tragedia, non è un’attrazione turistica – si legge in uno nel quale le lettere sono state pazientemente colorate – no selfie”. E ancora in altri in bianco e nero, ma dello stesso tenore, con un messaggio più diretto: “Basta scattare foto, per favore. Non è un’attrazione turistica”.
Sono in tanti coloro che si recano sul luogo della tragedia, da tutta la Gran Bretagna, da Manchester a Devon, per scattarsi selfie con sullo sfondo lo scheletro carbonizzato del grattacielo e per i sopravvissuti e i parenti delle vittime e dei dispersi tutto ciò rappresenta un ulteriore dolore.
Grenfell Tower, cartelli contro gli sciacalli dei selfie: non è un'attrazione turistica
Il palazzo andato a fuoco è diventato meta dei soliti imbecilli che si fanno foto davanti alle macerie
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20 Giugno 2017 - 08.29
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